Di Nadia Pietrafitta

Roma, 4 dic. (LaPresse) – Gli italiani non si chiuderanno in casa per Natale e passeranno le feste all’insegna della voglia di divertirsi, più che della paura. È quanto emerge da un’indagine condotta da Confesercenti sulle festività 2015, che dipinge un’Italia in cui i primi segnali di ripresa – pur restando inferiori alle aspettative – cominciano ad avere effetto sulle tasche e le abitudini di tutti. Intanto una buona notizia: i timori legati al terrorismo dopo i fatti di Parigi dello scorso 13 novembre, non hanno avuto effetti negativi sui consumi, né per quel che riguarda l’acquisto di beni, né nel settore turistico.

I VIAGGI NON DIMINUISCONO. In entrambi i casi, emerge dai dati Confesercenti, conta più il budget che le famiglie hanno a disposizione che la paura. I viaggi non diminuiscono. Anzi: gli italiani che trascorreranno le feste di Natale in vacanza, all’estero o in Italia, sono il 5%, contro il 3% delle feste 2014. In particolare, tra il 22 dicembre ed il 6 gennaio si metteranno in viaggio ben 11,6 milioni di italiani, il dato più alto dal 2007, per una spesa media di 647 euro a persona (dato in aumento sul 2014, ma inferiore a quello pre-crisi, che era di 694 euro). E se il rischio terrorismo gioca inevitabilmente un ruolo, la maggior parte degli italiani non si farà influenzare: il 55% dei nostri concittadini – più di uno su due – resiste alla paura e dichiara che il tema sicurezza non avrà alcun effetto sulla pianificazione delle prossime vacanze (solo il 6% ha già annullato o sta valutando di annullare il viaggio previsto, mentre il 7% ha risolto cambiando destinazione o mezzo di trasporto). Saranno ad esempio circa 8,4 milioni gli italiani a fare qualche giorno di vacanza approfittando del prossimo ponte dell’8 dicembre.

SI SPENDE PIU’ DELL’ANNO SCORSO. Questo Natale, poi, gli italiani spenderanno di più (anche se poco) rispetto all’anno scorso: complessivamente – tra consumi alimentari, turistici, per i regali e per le altre spese personali – si arriverà a una spesa di 25,6 miliardi: 231 milioni in più dello scorso anno, una variazione all’incirca dello 0,9%. La spesa media delle famiglie per i regali sarà di 256 euro, in linea con lo scorso anno. E anche se la crisi si sente ancora (un italiano su tre, infatti, spenderà per i regali un budget massimo di 100 euro), il desiderio di ripartire si rifletterà sulle scelte per i regali, con la volontà di non far mancare le sorprese sotto l’albero prima di tutto per i più piccoli (a loro andrà il 43% dei doni tra libri, capi d’abbigliamento, giochi di una volta o tecnologici, trenini, bambole e macchinette).

ACQUISTI MAGGIORI PER CIBO E VINO. Gli acquisti che vanno per la maggiore per le feste rimangono cibo e vino (scelti dal 77% degli intervistati) seguiti, tra le altre cose, da libri, capi d’abbigliamento, giocattoli o regali tecnologici audio-video, di telefonia, tv e computer. Nella scelta dei doni la convenienza rimane il primo parametro di riferimento (al 57%). E se il 24% degli italiani privilegerà la qualità, non sono pochi quelli che approfitteranno del Natale per rimettere in circolazione regali ricevuti e poco graditi (il 44% del campione intervistato ha infatti ammesso di riciclare i doni). A fare acquisti saranno soprattutto i 32 milioni di italiani che percepiscono la tredicesima, anche se rimane alta (il 61%) la quota che sarà utilizzata per le spese fisse, da quelle per la casa a bollette e rate del mutuo da pagare.

99 EURO PER LA CENA DELLA VIGILIA. Per la cena della Vigilia e/o per il pranzo di Natale ogni famiglia spenderà, in media, 99 euro (5 in più dello scorso anno, ma ancora 12 euro in meno rispetto al periodo precedente alla crisi) ed è in aumento anche il numero di italiani che festeggerà fuori: il 5% dei nostri concittadini taglierà il panettone in un ristorante, più del doppio dello scorso anno. E se le buone notizie arrivano da viaggi e consumi, in barba alla paura, indicativa è la risposta che gli italiani danno a chi chiede loro cosa chiederebbero al Governo-Babbo Natale come priorità per il 2016. A vincere questa speciale classifica con il 32% delle preferenze è la riduzione di privilegi e abusi. Questa richiesta supera anche il rilancio dell’occupazione (desiderato dal 28% degli intervistati) e la riduzione della pressione fiscale. “Evidentemente – spiega il presidente di Confesercenti Massimo Vivoli – gli scandali, da Roma Capitale alla corruzione, sono stati somatizzati dagli italiani, a tal punto che il desiderio di uguaglianza è più forte del desiderio di pagare meno tasse”.

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