Roma, 4 dic. (LaPresse) – “I processi di sviluppo reale del Paese sono fatti di “basi storiche, capacità inventiva e processi vincenti”. Lo si legge nel rapporto annuale del Censis presentato oggi a Roma. “La società – spiega il Censis – fa il suo cammino innanzitutto valorizzando la nostra storia di lungo periodo: la saggezza popolare che ci ha fatto sempre scegliere bene nei momenti cruciali della nostra evoluzione. In secondo luogo, esprimendo una certa dose di invenzione: la nostra società è capace di innovare in un continuo susseguirsi di processi e poteri soft (lontano dalla impressività dei poteri hard), gestisce la realtà attraverso empirismo continuato con capacità di autoregolazione, esprime una forte tensione a una organizzazione socio-politica di tipo poliarchico, ha bisogno di liberare le energie individuali dalle burocrazie e dalle procedure uniformanti. Così, nell’indifferenza del dibattito socio- politico, si va costruendo uno sviluppo fatto di basi storiche, capacità inventiva e naturalezza dei processi oggi vincenti”.

“Esempio ne sono – continua il rapporto – i giovani che vanno a lavorare all’estero o tentano la strada delle start up, le famiglie che accrescono il proprio patrimonio e lo mettono a reddito (con l’enorme incremento, ad esempio, dei bed & breakfast), le imprese che investono in innovazione continuata e green economy, i territori che diventano hub di relazionalità (la Milano dell’Expo come le città e i borghi turistici), la silenziosa integrazione degli stranieri nella nostra quotidianità. A ciò si accompagna anche un’evoluzione più strutturata, con il nuovo made in Italy che si va formando nell’intreccio tra successo gastronomico e filiera agroalimentare, nell’integrazione crescente tra agricoltura e turismo (con l’implicito ruolo del patrimonio paesaggistico e culturale), nel settore dei ‘macchinari che fanno macchinari’ (la vera punta di diamante della manifattura italiana)”.

D’altra parte, prosegue il testo, “nelle fasi di sviluppo precedenti, la domanda di riconoscimento della società era rivolta al mondo della rappresentanza sociale, alla dialettica socio-politica e al potere statuale. Ma oggi sono tre chiamate in causa cui è difficile dare seguito, perché sono tre realtà in crisi profonda”.

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