Roma, 27 nov. (LaPresse) – Nell’uso delle intercettazioni massima attenzione alla privacy, in modo particolare quando queste non costituiscono prova ai fini delle indagini. È uno degli aspetti che emergono dalla circolare inviata ieri dal procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, ai pm “in materia di trascrizione del contenuto delle intercettazioni”. “Le intercettazioni sono un insostituibile strumento di indagine e di ricerca della prova – si legge nel documento -. Tuttavia non si può tenere conto che si tratta, anche in ragione delle potenzialità operative derivanti dalle evoluzione tecnologica, di uno strumento particolarmente delicato, in quanto incide sul bene costituzionale della riservatezza delle comunicazioni”.
Nel provvedimento si evidenziano la necessità quando si utilizza lo strumento delle intercettazioni “di ricercare il giusto equilibrio tra le esigenze di indagine e di accertamento delle responsabilità, e la garanzia del diritto costituzionale alla riservatezza”. Per farlo è indispensabile “individuare – nell’ambito dei risultati dell’ascolto – quali conversazioni siano utili nell’ambito del procedimento, poichè solo tali conversazioni dovranno essere oggetto di sommaria verbalizzazione”. Nella circolare si sottolinea tra l’altro “la necessità di evitare la diffusione di intercettazioni attinenti alla vita privata delle persone coinvolte ed in particolare dei soggetti estranei alle indagini”.
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