Torino, 26 nov. (LaPresse) – Sequestro di persona: con questa accusa sarebbero stati indagati dalla procura di Perugia Renato Cortese, attuale capo dello Sco, il questore di Rimini Maurizio Improta e altri cinque poliziotti per il caso Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako Ablyazov che fu espulsa dall’Italia nel maggio del 2013. La donna fu prelevata con un blitz insieme alla figlioletta in una villa di Casal Palocco, sul litorale romano. A capo dell’operazione all’epoca dei fatti compariva Cortese che era il capo della Mobile di Roma.

“Noi abbiamo denunciato proprio il reato di sequestro di persona, si vede che le indagini della procura di Perugia hanno confermato quanto denunciato da noi, ora seguiamo con attenzione quali saranno gli sviluppi e considereremo se costituirci parte civile. Del resto la Cassazione aveva affermato diversi mesi fa in una sentenza che l’espulsione di Alma Shalabayeva e della figlia era del tutto illegittima”, ha detto, contattato telefonicamente da LaPresse, l’avvocato della Shalabayeva Astolfo di Amato. E ‘la procura perugina competente ad indagare in quanto sarebbe anche indagata il giudice di pace Stefania Lavore del distretto di Roma.

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