Roma, 24 nov. (LaPresse) – “E’ fondamentale la capillare identificazione di tutti i migranti che sbarcano sulle nostre coste, perché il rischio che gli elementi più radicali possano utilizzare questo strumento per arrivare in Europa, esiste. Tuttavia, questi elementi non vanno confusi con la stragrande maggioranza dei migranti che attraversa il Mediterraneo”. Lo ha detto a Voci del Mattino, Radio1 Rai, Giovanni Salvi, procuratore generale di Roma, già procuratore capo a Catania ed esperto di terrorismo. “D’altronde, se osserviamo i movimenti dei terroristi che hanno agito in questi ultimi, tragici fatti, rileviamo come essi abbiano utilizzato aerei, traghetti, autostrade, passaporti falsi. Non è che per questo possiamo chiudere tutti i porti, gli aeroporti e le grandi vie di comunicazione o fermare traghetti e treni”.
l trattato di Dublino – ha spiegato ancora Salvi – indubbiamente incentiva i migranti e i profughi a cercare di sottrarsi all’identificazione, poiché una volta identificati sarebbero costretti a chiedere lo status di rifugiato nel Paese in cui arrivano e non in quello dove effettivamente vogliono andare. In Italia, in Grecia non ci vogliono stare, vogliono andare nel Nord Europa a congiungersi con familiari e amici”. “Una maggiore flessibilità dell’Europa in questo senso consentirebbe sia un flusso più disciplinato, con un controllo più efficace di chi arriva, sia una distribuzione territoriale funzionale a una maggiore integrazione e alla conservazione delle loro tracce. Invece di fatto, si inducono alla clandestinità decine di migliaia di persone, e questo complica molto le cose, anche sul piano della sicurezza”, ha concluso.
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