Rimini, 12 nov. (LaPresse) – La guardia di finanza di Rimini ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo per equivalente, emesso dal gip di Rimini, per un ammontare complessivo di circa 2 milioni di euro, dopo che le indagini hanno svelato l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata all’emissione e all’utilizzo di fatture per operazioni soggettivamente false, la cosiddetta ‘frode carosello’.

Gli accertamenti, eseguiti dai finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Rimini hanno coinvolto 55 persone fisiche e oltre 40 società. Gli indagati operavano in Italia, San Marino, Germania, Austria e Olanda utilizzando di vari sistemi di frode all’iva che vedevano, a seconda della convenienza, l’interposizione di uno o più schermi fittizi tra il venditore e il reale acquirente.

L’organizzazione era dedita, infatti, alla cessione sul mercato nazionale di prodotti e componenti fotografici a prezzi ridotti, pratica commerciale resa possibile attraverso l’interposizione di società ‘cartiere’ e di meri ‘prestanome’ che omettevano il pagamento dell’Iva con conseguente evasione delle imposte e sleale concorrenza nei confronti degli operatori corretti.

A reggere le fila della frode si erano posti cinque imprenditori bolognesi ed un sammarinese che hanno, nel tempo, accumulato un profitto complessivo quantificato in 7.436.025 euro (pari all’Iva evasa a fronte di operazioni imponibili per circa 40 milioni di euro).

I finanzieri di Rimini hanno sequestrato 19 immobili tra residenziali e autorimesse ubicati nelle province di Bologna e Rimini, quote societarie di tre società di capitali con sede a Bologna e Bergamo, nonché i saldi attivi di una trentina di conti corrente avvalendosi anche di una rogatoria internazionale accolta dall’autorità giudiziaria della repubblica di San Marino.

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