Milano, 12 nov. (LaPresse) – I 10 antagonisti arrestati questa mattina facevano parte di una “aggregazione articolata e omogenea, certamente non limitata alla manifestazione non Expo, ma destinata ad operare in occasione di altre pubbliche manifestazioni” e “hanno marciato in blocco” creando “una situazione di autentico terrore nel centro cittadino protrattasi per circa tre ore, ricorrendo sistematicamente ad atti di vandalismo”. Lo si legge in un passaggio dell’ordinanza con la quale il gip Donatella Banci Buonamici ha disposto l’arresto di 5 manifestanti italiani e 5 greci, che il primo maggio scorso hanno partecipato alla MayDay Parade. Oltre a loro, altre 5 persone risultano iscritte nel registro degli indagati per gli episodi di violenza avvenuti nel corso del corteo NoExpo.
A tutti gli antagonisti sono contestati i reati di resistenza aggravata dal numero di persone, travisamento, devastazione e incendio. Per il gip, inoltre, il gruppo aveva in mente di prendere di mira anche “altri obiettivi sensibili” oltre a quelli danneggiati, tra cui il Palazzo delle Stelline e ha messo in atto “violenti attacchi agli schieramenti delle forze dell’ordine”.
Gli arrestati sono stati “identificati prima che si cambiassero” grazie a numerosi filmati e foto scattate durante la manifestazione. Erano tutti in possesso di “mazze di bambu”. Ad Alexander Kouros, uno degli anarchici greci arrestati che avrebbe messo in atto “condotte caratterizzate da estrema violenza”, è stato contestato anche il reato di utilizzo di armi improprie, perché in manifestazione aveva portato un martello.
La misura cautelare, per il gip, si è resa necessaria perché “va assicurata alla collettività un’efficace difesa dalla reiterazione”. Gli antagonisti, infatti, sono “soggetti che fanno delle forme di protesta violenta il loro vivere quotidiano”. Per loro, si legge nell’ordinanza, le “continue occasioni di protesta sociale” sono un’occupazione abituale e “certamente costituiscono un pretesto per le frange più violente per creare disordini, violenze e devastazioni”.
Non solo. Gli arrestati “fanno parte di un gruppo organizzato che da tempo aveva organizzato il viaggio per partecipare al corteo e porre in essere azioni violente”. E infatti per circa 3 ore hanno messo in atto “sistematici atti di danneggiamento”, principalmente nella zona di Largo d’Ancona, e hanno devastato 10 istituti di credito, dato alle fiamme 44 auto e spaccato 18 vetrine di negozi. In tutto sono una cinquantina le denunce arrivate in Procura e un centinaio di fascicoli aperti per danneggiamento.
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