Napoli, 11 nov. (LaPresse) – Sarebbe indagato anche il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nell’inchiesta in cui è coinvolto anche il suo ex capo di segreteria Nello Mastursi, dimessossi due giorni fa, e una giudice del Tribunale civile di Napoli, Anna Scognamiglio, relatrice della sentenza con cui, lo scorso 22 luglio, la prima sezione civile del tribunale partenopeo ha confermato la decisione del giudice monocratico di sospendere l’efficacia della legge Severino nei riguardi di De Luca. Fonti vicine al governatore confermano la possibilità di un suo coinvolgimento nell’inchiesta. Le accuse per le 7 persone coinvolte, tra cui il marito di Scognamiglio, sarebbero a vario titolo di corruzione e rivelazione di segreto.
“In relazione all’annunciata indagine nei miei confronti, nel dichiarare senza alcun margine di equivoco la mia totale estraneità a qualunque condotta meno che corretta, chiarirò ogni aspetto in una conferenza stampa nella mattinata di domani”. Così in una dichiarazione il governatore della Campania Vincenzo De Luca.
“E’ mia intenzione fare in modo che si accendano su questa vicenda i riflettori nazionali, trovandomi nella posizione di chi non sa di cosa si stia parlando – aggiunge – Ho già dato incarico al mio avvocato per chiedere di essere sentito dalla competente autorità giudiziaria. Per me, come per ogni persona per bene, ogni controllo di legalità è una garanzia, non un problema. E su questo, come sempre, lancio io la sfida della correttezza e della trasparenza“.
L’inchiesta, partita da una segnalazione e avviata dalla procura napoletana, è poi passata a Roma che ha la competenza delle indagini visto il coinvolgimento del giudice partenopeo. Nei giorni scorsi, la polizia aveva perquisito l’abitazione di Mastursi, storico collaboratore di De Luca e suo capo segreteria in Regione, che ieri aveva dato le sue dimissioni segnalando “l’impossibilità di coprire contemporaneamente il ruolo di responsabile politico dell’organizzazione del Pd regionale a fronte di un impegno sempre più rilevante in vista delle prossime amministrative, e un ruolo istituzionale del tutto assorbente per il carico di lavoro e i ritmi di attività impressi dalla nuova amministrazione in tutte le politiche di settore”, si legge nella nota dell’ufficio stampa della Regione.
Secondo quanto trapela, a dare avvio all’inchiesta sarebbe un’intercettazione in cui il marito del giudice Scognamiglio, parlando con l’ex capo della segreteria Mastursi, gli avrebbe chiesto un favore offrendo in cambio l’intervento della moglie su una vicenda che stava a cuore a Mastursi. Il favore richiesto riguarderebbe un incarico nella sanità regionale.
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