Città del Vaticano, 9 nov. (LaPresse) – “C’ è un disegno sempre più chiaro nelle diverse fasi dell’ operazione anti-Bergoglio. Quello che alcuni definiscono ‘prove tecniche di golpe'”. Lo scrive Marco Ansaldo su Repubblica. Ansaldo ricorda che al processo del 2012 l’ex maggiordomo di Ratzinger Paolo Gabriele, prefigurando le intenzioni di una ventina di persone dietro di lui, disse che uno degli obiettivi della sottrazione di documenti riservati del Papa era stato la rimozione del Segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, giudicato come troppo potente a discapito del Papa teologo. L’arrivo di Bergoglio, poi, “rimescolò le carte”. Per il giornalista, la mossa che in alcuni ambienti ha provocato la maggiore indignazione contro Papa Francesco “è stata l’ Enciclica verde Laudato Si’, causa di malumori e insofferenze fra i conservatori e i petrolieri degli Stati Uniti.
I gruppi di pressione hanno così ricominciato la loro azione. Prima in sordina, poi allo scoperto con i tentativi maldestri nel recente Sinodo dei vescovi: il cronometrico coming out pre-lavori del monsignor Charamsa, la lettera critica con il Papa di 13 cardinali, e il falso scoop della malattia nella testa di Bergoglio. Il salvataggio di Francesco al Sinodo si doveva alla maestria del Pontefice Emerito Benedetto, che dietro le quinte riusciva a mettere d’ accordo porporati conservatori e riformisti nell’influente e decisivo Gruppo Germanicus sulla questione centrale della comunione da dare ai divorziati risposati (proposta vinta per un solo voto), e l’ assemblea si chiudeva con un successo”. I corvi però, secondo questa ricostruzione, avrebbero cominciato a lavorare prima del Sinodo e gli effetti sono arrivati subito dopo. “Diverse organizzazioni influenti e vari gruppi all’ interno di alcuni Paesi – scrive – manovrano per far cadere Francesco. E non hanno l’intenzione di fermarsi. Ecco perché i viaggi all’ estero di alcune delle persone sotto osservazione, fra Stati Uniti e Israele, America Latina ed Europa, sono al vaglio degli inquirenti: proprio per comprendere il filo rosso che a livello internazionale può chiarire il quadro di un tentativo che non è per nulla locale, ma la risultante di un’azione ampia con attori diversi”.
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