Roma, 19 ott. (LaPresse) – “Quando si cerca la volontà di Dio ci sono sempre punti di vista diversi e bisogna cercare spazi per ascoltare lo Spirito Santo e permettergli di operare in profondità, come stiamo sperimentando in occasione dei Sinodi sulla Famiglia”. Così papa Francesco nella prefazione, pubblicata stamattina sul ‘Corriere della Sera’ a ‘Le cattedre dei non credenti’, primo volume (a cura di Virginio Pontiggia) dell’Opera omnia di Carlo Maria Martini, in uscita giovedì 22 ottobre per Bompiani. “L’eredità che ci ha lasciato il cardinale Martini è un dono prezioso”, dice Bergoglio, spiegando di voler mettere in evidenza “tre aspetti che ritengo particolarmente rilevanti della figura del cardinale”. “Il primo riguarda la sua attenzione a promuovere e accompagnare all’interno della comunità ecclesiale lo stile di sinodalità tanto auspicato dal Concilio Vaticano II. Ciò richiede da una parte un atteggiamento di ascolto e di discernimento di quanto lo Spirito muove nella coscienza del popolo di Dio, nella varietà delle sue componenti; dall’altra la cura perché le differenze non degenerino in conflitto distruttivo – scrive il pontefice – Pur senza aver paura delle tensioni, o addirittura delle contestazioni, che ogni spinta profetica necessariamente porta con sé ( pro veritate adversa diligere era il suo motto episcopale ), il cardinale ha sempre cercato di disinnescarne la carica distruttiva” e “anche davanti a situazioni di contrasto, egli ha sempre evitato la contrapposizione”. “Lui non voleva fare concessioni a mode o a indagini sociologiche” e “allo stesso tempo era consapevole della presenza nella Chiesa di tante sensibilità diverse a seconda dei contesti culturali, che non possono essere integrate senza un libero e umile dibattito. Proponeva la necessità di uno strumento di confronto universale e autorevole”.
Il cardinale Martini, è il secondo punto ricordato dal Papa, “ha cercato anche attivamente di incontrare chi nella comunità dei credenti immediatamente non si riconosceva”. “Egli – sottolinea – ha spinto lo sguardo oltre i confini consolidati, favorendo una Chiesa missionaria ‘in uscita’ e non chiusa su se stessa, facendo emergere il messaggio universale del Vangelo, portatore di luce e di ispirazione per tutte le persone”. “Aveva intuito la fecondità del contributo – spiega Bergoglio – che le comunità cristiane possono dare alla società civile oggi se compiono questo sforzo di mediazione sul piano etico e antropologico: i principi della fede, lungi dal trasformarsi in motivo di conflitto e di contrapposizione all’interno della convivenza civile, possono e devono risultare vivibili e appetibili anche per gli altri, nel maggior consenso e concordia possibili e motivare in profondità l’impegno per la giustizia e per la solidarietà.
L’invito a ‘farsi prossimo’”, spiega, “ha risuonato con forza ed efficacia all’interno della società civile e nel mondo della politica, anche oltre gli ambiti della città di Milano a cui spesso era immediatamente rivolto”.
Il terzo aspetto sottolineato dal pontefice è “la familiarità del cardinale con la Parola di Dio” e “il talento pastorale di saperla comunicare a tutti”. “La sua costante attenzione al tesoro della Scrittura fa sì che le parole del cardinale Martini non possono essere viste come considerazioni dettate dal buon senso o da teorie politiche; nella loro simultanea semplicità e profondità, esse esprimono tutta la ricchezza della tradizione giungendo a interpellare ogni persona e ogni popolo”. “Questi tre aspetti – sinodalità, dialogo e, come fondamento, Parola di Dio – non esauriscono certo l’attualità della figura del cardinale – dice Bergoglio – Molti altri sarebbero da mettere in evidenza, sia tra quelli noti, sia tra quelli che una conoscenza più approfondita della sua opera consentirà di scoprire e di precisare. Per questo sono molto riconoscente verso tutti coloro che si impegnano nell’iniziativa di raccogliere, ordinare e mettere a disposizione in modo organico la grande quantità di interventi e di scritti del cardinale Martini”. E conclude: “Essa potrà essere di grande aiuto nel nostro mondo così segnato da forze disgregatrici e disumanizzanti per ispirare una vita più ricca di senso e una convivenza più fraterna”.
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