Città del Vaticano, 13 ott. (LaPresse) – Nonostante l’esigenza di eliminare dal Sinodo l”ermeneutica cospirativa’, come aveva chiesto Papa Francesco all’inizio dei lavori, quasi prefigurando veleni e fughe di notizie, l’Assise sulla famiglia, in Vaticano, è partita comunque sotto il segno del mistero. Tra gialli e intrighi, una cosa pare certa: esiste una lettera ‘preoccupata’ firmata da 13 cardinali tra cui sicuramente Wilfrid Fox Napier, arcivescovo di Durban (Sudafrica), Timothy M. Dolan, arcivescovo di New York (Usa), Robert Sarah, africano, prefetto della congregazione per il culto divino. A consegnare al Papa la missiva, dalla quale emergerebbero critiche al metodo sinodale, è stato, per sua stessa ammissione, il cardinale George Pell, australiano.
Ma chi sono questi prelati, zoccolo duro dell’opposizione alla ‘chiesa in uscita’? Tra loro c’è il cardinal Sarah, diventato simbolo dell’ala conservatrice. Prima di sedere sulla sedia dei padri sinodali ha pubblicato un libro dal titolo: ‘O Dio o niente’. E’ di fatto il portabandiera dell’Africa all’Assemblea. Nominato, a soli 34 anni, arcivescovo da Giovanni Paolo II nel 1979, cardinale da Benedetto XVI nel 2010 e nel 2014 prefetto di uno dei più importanti dicasteri della Curia vaticana da parte di Papa Francesco.
Ratzinger aveva un rapporto molto stretto con Sarah e ha mostrato più volte di riporre grande fiducia in lui, assegnandogli spesso compiti delicati. Alcuni parlano di forti divergenze con Papa Francesco, ma la verità è che Sarah è l’unico cardinale in grado di poter indurre la Chiesa a portare lo sguardo verso l’Africa e i Paesi più poveri del Mondo.
Il porporato sudafricano Wilfrid Napier, francescano, si è distinto in questi anni per due sue convinzioni su pedofilia e omosessualità. Per il porporato la “pedofilia, per esperienza, è davvero una malattia, non è un problema criminale, ma solo una malattia”. Particolarmente forti anche le sue dichiarazioni in tema di omosessualità, tanto da essere accusato di omofobia. Per Napier, infatti, l’omosessualità sarebbe “la nuova schiavitù odierna”, che va contro la “ragione e la rivelazione”. Parole forti, che gli sono costate parecchie critiche. Ma lui si è difeso dicendo: “Non posso essere omofobo, perché non conosco nessun omosessuale”.
Timothy Dolan è capo della diocesi di New York e presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti. Ha fatto gli onori di casa nell’ultima visita di Bergoglio negli Stati Uniti. Ottimi rapporti di facciata con il pontefice, ma nel corso di questi anni l’americano ha più volte affermato riferendosi all’argentino: “Va bene chinarsi verso i poveri, è straordinario bere ‘cafezinho’ nelle favelas e accarezzare come un padre ragazzi che stanno uscendo dal tunnel della droga. Il fatto è che noi volevamo anche qualcuno con buone capacità manageriali e di leadership, e fino a oggi ciò non si è visto molto”.
Il vero capofila della truppa conservatrice è George Pell, personaggio controverso. E’ il super sceriffo dell’economia in Vaticano: il ministero retto da lui è stato creato di recente nell’ambito della riforma finanziaria della Santa Sede.
Ma l’uomo si porta dietro un problema: l’inchiesta governativa australiana che sta da tempo scoperchiando la piaga mai rimarginata degli abusi sessuali del clero. Le accuse sono: di aver coperto e insabbiato casi specifici, cioè di avere protetto i colpevoli, di non aver agevolato i risarcimenti alle vittime, di aver insomma fatto di tutto per occultare le vicende. Il cardinale ha già testimoniato davanti alla commissione dello Stato di Victoria nel maggio 2013, dando risposte ampie in merito a diverse contestazioni.
Poco dopo, è entrato a fare parte del C9, il gruppo ristretto di cardinali che coadiuva il Papa nella riforma della Curia. E’ un conservatore vicino all’Opus Dei, non condivide le aperture del Papa su temi come le coppie non sposate, la comunione ai divorziati risposati e via dicendo. Eppure è lui l’uomo scelto da Francesco per imporre una svolta nella gestione finanziaria della curia vaticana. Di lui dicono: “Le finanze andavano riordinate: solo qualcuno disposto a pestare i piedi a qualcun altro e non troppo preoccupato della propria popolarità poteva essere all’altezza del compito”.
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