Milano, 6 ott. (LaPresse) – E’ iniziato con un colpo di scena il processo per le aggressioni con l’acido a carico di Alexander Boettcher. Uno dei legali del broker 30enne, l’avvocato Alessandra Silvestri, ha lasciato l’aula all’inizio della mattinata, lamentando un’eccessiva “aggressività” nell’udienza precedente del 2 ottobre scorso. “C’è un clima di aggressività eccessiva da parte del pm e soprattutto delle parti civili”, ha sottolineato in aula Silvestri, che ha detto di non essere “abituata” a lavorare sotto questo tipo di pressioni. Il difensore, tra l’altro, ha elencato trai comportamenti eccessivi anche “il continuo battere la mano sul tavolo”, facendo riferimento ai gesti del pm Marcello Musso.
Il presidente del collegio ha acconsentito alla sostituzione – per la sola giornata di oggi – dell’avvocato Silvestri con il collega Michele Andreano, che già fa parte del collegio difensivo, dato che si sta occupando con l’avvocato Valeria Barbanti della causa di affidamento del bambino di Boettcher e di Martina Levato. Il giudice, però, ha precisato che nella scorsa udienza non c’è stata nessuna aggressione, ma solo una normale “dialettica processuale”.
Immediata la replica dell’avvocato Andrea Orabona, legale di Stefano Savi, la prima vittima dei blitz con la sostanza corrosiva, che ha escluso che ci siano state tensioni in aula. Nell’udienza di oggi sono stati ascoltati gli investigatori intervenuti dopo l’agguato del 2 novembre in via Quarto Cagnino quando, secondo l’accusa, Martina, Alexander e Magnani avrebbero cercato di cancellare la faccia proprio a Savi. Lo studente di Economia alla Bicocca, in realtà, non conosceva ne Martina ne i suoi coimputati, che lo avrebbero scambiato per il fotografo 25enne Giuliano Carparelli, con il quale la ragazza aveva avuto un flirt durante una serata trascorsa nella discoteca “Divina”.
Proprio lui sarà il protagonista della prossima udienza, fissata per il 14 ottobre. Per testimoniare, dovrà rientrare dagli Stati Uniti, dove sta lavorando. Oltre al fotografo 25enne, verranno sentite come testimoni anche “l’amica del cuore di Martina” Emanuela Manzo e Stefania Malec, che in fase d’indagine ha chiamato in causa il broker 30enne. “Alex – aveva riferito la ragazza agli inquirenti – aveva cominciato a pretendere” che Martina “indicasse i nomi dei ragazzi con cui aveva avuto una storia”, che sarebbero poi diventati gli obiettivi delle “purificazioni”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata