Bergamo, 11 set. (LaPresse) – “Era il giorno del pagellino e Yara era contenta” per i buoni voti ricevuti. Così Maura Panarese, la mamma della 13enne scomparsa a Brembate di Sopra (Bergamo) nel tardo pomeriggio del 26 novembre 2010, ha descritto le ultime ore di vita della figlia. Nel corso del processo a carico di Massimo Bossetti, accusato del rapimento e dell’omicidio di Yara, la mamma ha ricordato che quel giorno la figlia era andata ad allenarsi regolarmente in palestra, dove praticava la ginnastica ritmica, e quando era uscita di casa “aveva un paio di leggo ha neri e la maglietta azzurra della Federazione e ginnastica italiana e un paio di All Star nere e la coda di cavallo.
Con sè la ragazza aveva le chiavi di casa, il cellulare e il lettore mp3″, ha aggiunto. Yara sarebbe dovuta rientrare alle 18.45 e quando intorno alle 19.30 la ragazza non era ancora rientrata la mamma chiama Yara al cellulare. “Ha fatto tre o quattro squilli, poi è scattata la segreteria telefonica. Allora ho chiamato la palestra e mi hanno assicurato che mia figlia era uscita verso le 18.30 dicendo che sarebbe tornata a casa”. A quel punto, quando anche papà Francesco era rientrato a casa, sono scattate le ricerche e la denuncia di scomparsa ai carabinieri.
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