Bolzano, 11 set. (LaPresse) – Avevano stabilito la loro base nella provincia di Bolzano, agendo in orari notturni e prendendo di mira alberghi, ristoranti, pub, principalmente in territorio austriaco, ma anche Svizzera e Val Venosta. Hanno razziato casseforti con gioielli e danaro, biciclette di ingente valore, ma anche ricercato materiale tecnico sportivo, apparati video, macchine fotografiche e così via. Alla fine, però, sono stati fermati: tre dei componenti identificati del gruppo vivevano in appartamenti in viale Europa, via Macello e via Cavour a Bolzano, un altro a Gussago in provincia di Brescia; di età compresa fra i 25 ed i 34 anni, provengono dall’Albania e dalla Macedonia.
La banda, per mettere a segno i propri colpi, non esitavano ad impossessarsi prima di autovetture di ogni marca e cilindrata che poi venivano per lo più abbandonate o, nel caso di auto di valore, vendute all’estero. L’attività dei predoni transfrontalieri è andata avanti, apparentemente indisturbata, dall’agosto 2012 fino ad oggi, per un totale di circa 75 furti ed un danno stimato di circa 250mila euro.
Sulle loro tracce invece, a partire dai primi mesi dell’anno, si sono messi i carabinieri del reparto operativo di Bolzano unitamente a quelli della compagnia di Silandro, coordinati dal pubblico ministero Axel Bisignano, a seguito di una serie di furti verificatisi in alta Val Venosta ed oltre confine, sia in Austria che in Svizzera. Un’analoga attività investigativa era stata già intrapresa oltre frontiera dai poliziotti del landes kriminal Amt Tirol di Innsbruck.
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