Città del Vaticano, 30 ago. (LaPresse) – “Alla comunità internazionale chiedo che si ponga fine alle violenze e ai soprusi”. Così Papa Francesco dopo l’Angelus, ricordando che “ieri, ad Harissa, in Libano, è stato proclamato Beato il Vescovo siro-cattolico Flaviano Michele Melki, martire. Nel contesto di una tremenda persecuzione contro i cristiani, egli fu difensore instancabile dei diritti del suo popolo, esortando tutti a rimanere saldi nella fede. “Anche oggi in Medioriente e in altre parti del mondo, i cristiani sono perseguitati. La beatificazione di questo Vescovo martire infonda in loro consolazione, coraggio e speranza. Ma sia anche di stimolo ai legislatori e ai governanti perché ovunque sia assicurata la libertà religiosa”.
Ma dopo l’Angelus il Papa si è soprattutto largamente soffermato sul caso dei migranti ritrovati morti in un camion in Austria: “Prego per loro” ha detto Bergoglio, stringendosi idealmente intorno agli immigranti. “Cooperare con efficacia per impedire questi crimini, che offendono l’intera famiglia umana” ha detto il Papa ricordando che “anche nei giorni scorsi numerosi migranti hanno perso la vita nei loro terribili viaggi”. Francesco ha pregato in particolare per le 71 vittime trovate in un camion sull’autostrada Budapest-Vienna. “Affidiamo ciascuna di esse – ha detto – alla misericordia di Dio”
“Preghiamo in silenzio per tutti i migranti che soffrono e per quelli che hanno perso la vita” ha concluso Bergoglio.
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