L’allarme di Save the children, dal 2012 al 2015 1679 vittime di tratta in Italia

L’allarme di Save the children, dal 2012 al 2015 1679 vittime di tratta in Italia

Torino, 21 ago. (LaPresse) – Dal 2012 ad oggi sono 1.679 le vittime accertate di tratta in Italia, delle quali una quota significativa è costituita da minori. In particolare, dal 2013 al 22 giugno 2015 sono 130 i minori vittime di tratta inseriti in progetti di protezione: la Nigeria il principale Paese di provenienza, seguita da Romania, Marocco, Ghana, Senegal e Albania. Sono alcune delle principali evidenze del Dossier 2015 ‘Piccoli schiavi invisibili – Le giovani vittime di tratta e sfruttamento‘ di Save the children – organizzazione dedicata dal 1919 a salvare i bambini e tutelarne i diritti – diffuso oggi alla vigilia della giornata Onu in ricordo della schiavitù e della sua abolizione.

Le giovani vittime sono forzate soprattutto a prostituirsi e sfruttate sessualmente, ma si rilevano anche altre forme di tratta e sfruttamento, quale quello in attività illegali, in particolare fra le adolescenti di origine rom e rumena, in associazione, spesso, a matrimoni precoci, e lo sfruttamento lavorativo fra i minori migranti, in particolare egiziani. Tra i minori vulnerabili e a rischio anche i minori afghani ed eritrei in transito nel nostro Paese. Sono 7.357 i minori migranti arrivati in Italia via mare da soli dall’inizio dell’anno.

“La tratta e lo sfruttamento di bambini e adolescenti rappresenta uno dei risvolti più drammatici dei fenomeni migratori e nel momento in cui l’Italia e l’Europa sono chiamate a prendere decisioni chiave per le sorti di tanti migranti in arrivo”, dichiara Raffaela Milano, direttrice programmi Italia-Europa di Save the children. “Ricordiamoci che, fra di essi, ci sono centinaia di minori inseriti in circuiti di feroce sfruttamento o che rischiano di caderci e che quindi dobbiamo riuscire a intercettare, accogliere e proteggere adeguatamente, assicurando loro anche percorsi di scolarizzazione e integrazione che diano un’alternativa al lavoro sfruttato”, sottolinea Milano.

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