Roma, 18 ago. (LaPresse) – Continuano gli sbarchi sulle coste italiane: 116 migranti sono stati salvati nella notte al largo della Calabria. In Sicilia, invece, 8 scafisti sono stati fermati in seguito alle indagini della Procura di Catania sul barcone soccorso sabato al largo della Libia su cui sono morti 49 migranti, di cui 3 bambini, che erano rinchiusi nella stiva e sono probabilmente deceduti per asfissia. Sono ritenuti responsabili sia della traversata che della morte delle vittime. Sull’imbarcazione, soccorsa dalla marina militare italiana, c’erano 312 superstiti arrivati ieri a Catania a bordo della nave norvegese Siem Pilot di Frontex.
Le indagini condotte dagli uomini della squadra mobile della polizia e del Gico della guardia di finanza, che sono saliti sull’imbarcazione norvegese, dove era già stato avviato uno screening sui presenti, hanno permesso di raccogliere prove sufficienti a individuare gli scafisti e i loro ruoli nella traversata. In particolare uno di loro, Ayooub Harboob, 30enne, è risultato essere il comandante del barcone, mentre gli altri si occupavano di distribuire l’acqua, della disposizione dei migranti e, visto l’elevato numero dei clandestini, del mantenimento dell’ordine a bordo con calci, pugni, utilizzo di bastoni e cinghie nei confronti soprattutto di quei migranti che cercavano invano di risalire dalla angusta stiva in cui erano ammassati e nella quale hanno trovato la morte, verosimilmente per la mancanza di aria e le esalazioni dei fumi del motore. Sette fermati sono stati portati nel carcere di Catania, Piazza Lanza, mentre il minore è stato portato al centro di prima accoglienza di Catania.
Gli scafisti “sono accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e reato di omicidio”, come ha sottolineato Michelangelo Patanè, procuratore di Catania. “Si trovano in carcere – ha aggiunto Patanè durante una conferenza stampa presso la Procura – e saranno interrogati a seguito del provvedimento di fermo”.
Gli 8 scafisti sono 3 marocchini, quattro libici e un siriano, tutti di età compresa tra i 30 e i 17 anni. Hanno impedito alle vittime di uscire dalla stiva dopo che l’aria era diventata irrespirabile a causa del sovraffollamento e della presenza dei gas di scarico provenienti dai motori. A incastrare gli scafisti sono state le testimonianze dei migranti che erano sul barcone, alcuni dei quali erano parenti delle 49 vittime.
Identificati 116 marocchini: saranno rimandati a casa. “Dei 416 migranti per la prima volta abbiamo individuato un gruppo consistente di marocchini, che non sono profughi“, hanno sottolineato gli inquirenti nel corso della conferenza stampa in Procura a Catania sull’arresto degli 8 scafisti responsabili della morte di 49 migranti a bordo del barcone soccorso sabato scorso dalla marina militare. “Nei loro confronti è stato emesso ieri sera un provvedimento immediato di respingimento. I 116 marocchini sono stati portati al Cie di Trapani e nei prossimi giorni saranno riportati nel loro Paese con un volo ad hoc. “La loro presenza ci fa capire la volontà di venire clandestinamente in Italia – ha aggiunto – la risposta delle istituzioni è stata ferma, saranno rimandati tutti a casa”.
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