Sassuolo (Modena), 5 ago. (LaPresse) – “Il vostro papà quando eravamo piccoli e voi ancora vivevate in Marocco viveva e lavorava qui da solo, ed era come un papà per noi, ci voleva bene e ci trattava come suoi figli, ad oggi lo fa ancora. Quando siete arrivate in Italia, e vi abbiamo conosciuto, è strato come come incontrare delle sorelle con cui si condivide un genitore, poi abbiamo scoperto che eravate favolose“. Inizia così il messaggio di addio di Seifuddin Abouabid alle due sorelle marocchine Hajar (18 anni) e Khadija Louhabi(9 anni), morte ieri nelle acque del Secchia a Sassuolo (Modena), in un punto coperto da divieto di balneazione per la pericolosità delle correnti.
Le esatte dinamiche della tragedia sono ancora al vaglio degli inquirenti. Un’altra sorella (di 22 anni) è gravissima, ricoverata nel reparto di rianimazione all’ospedale di Baggiovara (Modena).ù
Seifuddin Abouabid lavora alla Fondazione Progetto Arca, una onlus di beneficienza di Milano, e da anni conosce il padre delle ragazze che ha anche una quinta figlia.
A una lettera sul suo profilo di facebook, ha voluto affidare il ricordo delle due sorelle. “Vi siete integrate nella comunità come se foste qui dalla nascita – scrive -, eccellevate in qualsiasi cosa faceste, dalla scrittura alla poesia, dal lavoro giovanile alla preparazione di eventi. Avevate l’ardore e la passione che vi contraddistingueva: vedervi insieme era bello perché più che sorelle sembravate migliori amiche”.
“Prego Dio – conclude – che questo rapporto vi tenga unite anche nell’aldilà”, di donare “forza ai vostri genitori e a chi vi era vicino” e di “rimettere ai propri cari sana e salva, la sorella Khaoula“.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata