Roma, 4 ago. (LaPresse) – “L’omofobia colpisce anche gli etero, qualcosa che noi sappiamo e denunciamo da sempre. Il razzismo, la violenza, l’istigazione all’odio non fa male solo alla fascia di società che ne è colpita ma a tutta la società che indietreggia rispetto agli standard di civiltà”. Con queste parole Daniele Priori, segretario nazionale di GayLib condanna con forza i gravi fatti di Genova dove un uomo di 40 anni, eterosessuale, è stato violentemente picchiato e ridotto in coma a causa di un grave ematoma alla testa. “Peggio se, come in Italia, – aggiunge Priori – nessuna legge dello Stato tutela in alcun modo fasce considerevoli di cittadinanza da questa violenza e dall’istigazione all’odio omofobo, né riconosce le libertà e i diritti civili fondamentali dei gay e delle lesbiche italiani. Per questo serve subito, senza aspettare oltre, una legge che tuteli la libertà, la dignità e l’esistenza come cittadini di gay e lesbiche italiani sia come singole persone sia nelle famiglie che da sempre anche gay e lesbiche vanno a formare”.
“La politica continua a perdere tempo – aggiunge il presidente di GayLib, Enrico Oliari – passerà un’altra estate e di sicuro ci vorrà pure l’autunno. La Corte Europea ha già condannato il nostro Paese che non tutela il diritto delle coppie gay e lesbiche a formare una famiglia. I violenti e i razzisti si sentono quasi legittimati da una politica miope che non solo non decide ma in molti casi istiga al razzismo e all’odio omofobico, usando argomentazioni folli capaci di generare mostri come queste donne e questi uomini che si sono accaniti sull’ignaro passeggero di un autobus. Solo la reale normalizzazione della condizione dei cittadini italiani gay e lesbiche – conclude Oliari – renderà più forte tutto il Paese delle persone perbene e ancor più fuorilegge i gesti di questi violenti criminali pronti a tutto in nome della loro ignorante follia. Oggi le istituzioni italiane e certi politici non sono più nemmeno nella possibilità di condannare. Non ci basta e non ci serve. Non accettiamo più alibi di fronte a un’emergenza civile che, ormai palesemente, non è solo di lesbiche e gay ma di tutti i cittadini liberi e indifesi”.

