Rho Pero (Milano), 22 lug. (LaPresse) – Gran finale per la ‘La terra del Buono’, l’appuntamento organizzato da Eccellenze Campane, il polo agroalimentare di via Brin, a Napoli, che si tiene all’Expo di Milano. L’ultimo appuntamento oggi nel sito di Rho Pero dedicato al ragù dei record, preparato per nove ore con maestria dallo chef Antonio Tubelli, e al ricordo di Eduardo De Filippo, con teatro, racconti, musica e filmati. Sapori e saperi insieme. Spiega Paolo Scudieri, presidente di Eccellenze Campane: “Noi traiamo a piene mani dalla storia e dalla cultura. Il ragù napoletano è una contaminazione positiva di sapori come i pomodori e la carne. Dobbiamo lavorare in sinergia – avverte poi – perché la cultura, la gastronomia e la storia vengano a fattor comune”.

De Filippo, drammaturgo e poeta simbolo della cultura campana, accoglie gli ospiti dello Spazio Irpinia, all’Esposizione universale. Proprio così. Ecco una sua statua di cartapesta che lo ritrae seduto su una sedia, con l’avambraccio sinistro appoggiato al davanzale del balcone, mentre dialoga con un dirimpettaio ideale. Accanto a lui un’altra sedia su cui si trova la caffettiera e una tazza di caffè. “Lentissimo, perché la cucina di Eduardo era una cucina di pazienza: tutto doveva avere il suo tempo. Come il ragù che va fatto con i suoi tempi”, spiega a LaPresse Amedeo Colella, storico della cultura napoletana. Un concetto sottolineato anche dal maestro Tubelli: “La pazienza e la grande passione per la cucina sono i due ingredienti fondamentali. Bisogna governarlo – aggiunge – come un bambino”. E ancora lo chef che fa parte della squadra di Eccellenze Campane: “Questo è il ragù dei record soprattutto per il sapore e per il gusto, oltre che per la lunga cottura tipica del ragù napoletano che lo rende speciale. Poi gli ingredienti di base sono fondamentali: un ottimo pomodoro, delle carni di qualità come l’olio e un basilico profumato”.

Un altro segreto di questa delizia, che nella tradizione rappresentava il piatto della domenica, è la lenta cottura a bassa temperatura. “E’ un miracolo”, dice Tubelli da buon partenopeo.”In questa giornata vogliamo anche celebrare – aggiunge Colella – il trentennale della morte di Eduardo De Filippo che del ragù era il più grande testimonial. Nella poesia dal titolo ‘Sabato, domenica e lunedì’ parla del ragù che faceva la madre. Nonna Concetta gli ha insegnato tanti segreti della cucina napoletana. La merendina che gli dava – continua – era un po’ di pane abbrustolito, con un velo di strutto e con un po’ di zucchero e cannella. Eduardo diceva: ‘Tutti dicono che lo strutto fa male al fegato: se fosse vero, io sarei già morto’. La sua canzone preferita? Quella dedicata proprio agli occhi della nonna Concettina. Oltre al sacro rito del ragù, De Filippo aveva anche quello del caffè. Oggi leggiamo – conclude – due pezzi di Eduardo da Filippo tratti da un poemetto incompiuto dal titolo ‘Si cucina comu vogl’i’, in cui raccontava in rima la storia della cucina napoletana”. Da oggi patrimonio anche dei turisti di Expo grazie ad Eccellenze Campane.

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