Milano, 20 lug. (LaPresse) – “L’ultima volta è venuto a trovarmi e faceva fatica a camminare, me lo sentivo che c’era qualcosa che non andava”. Enrica Pavesi, per tutti in via Castaldi ‘Kika’ come la bottega di sartoria che ha aperto 45 anni fa proprio dietro casa di Elio Fiorucci, conosceva lo stilista scomparso oggi da 15 anni. “Con lui ho lavorato alle sfilate, ma soprattutto come sua sarta personale. Anche i grandi stilisti hanno bisogno di una sarta per aggiustare l’orlo dei pantaloni” racconta” a LaPresse Kika, che non trattiene le lacrime. “Mi aveva chiesto se mi dovesse qualcosa, e mi aveva chiesto delle preghiere per il suo ‘cuoricino’ mi aveva detto, poi mi aveva regalato uno dei suoi sorrisi meravigliosi” spiega ancora Kika, che tiene in vetrina in bella vista un libro su Fiorucci.
“Mi aveva raccontato di aver lasciato le sue cose alla scuola della moda di Milano, e gli avevo fatto i complimenti, perché era una cosa bella da fare” spiega Kika, arrivata a Milano perché ragazza madre: “altri tempi, ti davano della puttana” a quei tempi racconta, facendo vedere i quadri che decorano la sua piccola bottega stracolma di vestiti: “Mi è sempre piaciuto vivere in mezzo al bello, Elio aveva comprato da poco uno dei quadri del mio negozio, un bel dipinto di un albero, che voleva dare al suo grande amico Vittorio Sgarbi, perché aiutasse l’artista del dipinto”. “Veniva qui una volta a settimana e chiacchieravamo – racconta – e mi parlava di un altro suo amico come Alessandro Meluzzi“. Un amico generoso Elio Fiorucci, Kika gli ha dedicato una poesia, ma racconta anche di come “mi lasciava sempre 5 cappuccini già pagati, mi diceva che se volevo potevo anche prendermi lo champagne, figurarsi”. “Prima di andarsene mi ha chiesto se mi doveva dei soldi, ma io gli risposto come sempre, ‘a me basta che mi vuoi bene'” ricorda Kika, “e poi con un sorriso dei suoi se n’è andato”.
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