Catanzaro, 20 lug. (LaPresse) – Sette ordinanze di custodia cautelare e trenta perquisizioni sono state eseguite questa mattina nell’ambito dell’operazione ‘Purgatorio’ su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro. Nel mirino dei carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza e dei Ros di Catanzaro, il traffico illecito di reperti trafugati dalle più importanti aree archeologiche della Calabria.

L’indagine, nata nel 2010 da un’altra inchiesta più ampia nei confronti del clan Mancuso, attivo nel Vibonese, ha consentito di identificare i componenti di una rete criminale, diretta espressione della cellula locale dell’ndrangheta. Tra gli arrestati, anche il capo clan Pantaleone Mancuso, accusato di aver dato l’ordine di eseguire scavi clandestini, di impossessamento e ricettazione di reperti rinvenuti illecitamente, con conseguente danneggiamento delle aree archeologiche.

Tali reperti arrivano in gran parte dal sito di Scrimbia, risalente al VII secolo a.C., area sacra dell’antica città di Hipponion, l’insediamento urbano della Magna Grecia che sorgeva nell’area dell’attuale Vibo Valentia. Proprio qui, nel 2010, i militari hanno individuato un tunnel, lungo circa 40 metri che dal garage di un’abitazione privata arrivava fino a Scrimbia, con dentro migliaia di reperti poi sequestrati.

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