Asti, 1 lug. (LaPresse) – Elena Ceste scompare dalla sua casa di Costigliole d’Asti, a pochi chilometri dal luogo del ritrovamento del suo cadavere, la mattina del 24 gennaio del 2014. A dare l’allarme è il marito, vigile del fuoco Michele Buoninconti. Quella mattina la donna aveva chiesto al marito di portare i figli a scuola visto che non si sentiva bene. Quando l’uomo torna a casa, non la trova più e, dopo alcune ore, dopo averla cercato anche nella casa di Govone, avvisa le autorità della scomparsa. Michele Buoninconti e i loro quattro figli, la più piccola di 6 anni la più grande 14, secondo quanto raccontato dall’uomo, quella mattina avrebbero fatto colazione insieme. Poi Buoninconti e i figli escono per andare a scuola. Michele rimasto poi solo non sarebbe andato subito a casa. A confermare queste dichiarazioni le telecamere del Comune lo hanno ripreso in due posti: negli uffici di Palazzo civico per chiedere informazioni sull’Imu e dal medico. Solo dopo essere tornato a casa ha raccontato di di aver trovato ritrovato i vestiti di Elena buttati in giardino: da una parte le ciabatte spaiate e un maglione a collo alto, al rovescio, dall’altra la biancheria intima, i pantaloni, le calze e gli occhiali: dettagli che lo porteranno a raccontare che Elena si sia allontanata da casa nuda.

LA SVOLTA- La svolta arriva dopo nove mesi di ricerche: il 18 ottobre nel canale del rio Mersa, poco distante dalla casa di famiglia, in frazione san Pancrazio di Costigliole, viene ritrovato un cadavere. Il Dna conferma essere quello di Elena Ceste.

Secondo l’autopsia, effettuata medico legale di Alba, Francesco Romanazzi, depositata il 28 gennaio, svolta sui pochi resti del corpo della mamma di Costigliole, Elena Ceste sarebbe morta in un modo violento, non accidentale. Si parla di omicidio, anche se resta da capire se qualcuno ha portato il suo corpo nel canale dopo la morte o invece la donna è stata uccisa in quel rio vicino alla ferrovia ormai abbandonata che da sei anni non veniva pulito.

E’ il 29 gennaio quando Michele Buoninconti viene arrestato dagli investigatori di Asti con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere della moglie. Per la Procura l’uomo “…avrebbe cagionato la morte del coniuge per causa asfittica, avendo agito con premeditazione rappresentata dall’avere programmato e pianificato il delitto con perdurante volontà omicida, frutto di ferma e irrevocabile risoluzione criminosa”, si legge nella richiesta della Procura. Buoninconti si è sempre difeso: “Mia moglie in preda a una crisi di natura psicotica, s’è allontana di casa nuda, è accidentalmente caduta nel canale ed è morta di freddo”.

Oggi la prima udienza in Corte d’Assise ad Asti. Michele Buoninconti, è accusato di aver ucciso e nascosto il corpo della moglie, Elena Ceste, 37 anni scomparsa dalla sua casa di Motta di Costigliole il 24 gennaio 2014 e trovata senza vita in un canale il 18 ottobre. Il magistrato questa mattina ha accolto la costituzione di parte civile dei familiari della vittima e dell’associazione Penelope. In aula c’era anche Michele Buoninconti, assistito dai suoi legali Massimo Tortoroglio e Chiara Girola. Presenti anche i legali della famiglia Ceste, gli avvocati Deborah Battezzaro e Carlo Tabbia, oltre al pm Laura Deodato. Il giudice Roberto Amerio ha rinviato alla prossima udienza fissata per il 22 luglio.

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