Sace: Export Italia verso +3,9% nel 2015, alimentare Sicilia +3,8%

Sace: Export Italia verso +3,9% nel 2015, alimentare Sicilia +3,8%

Palermo, 16 giu. (LaPresse) – Nel 2015 le esportazioni italiane di beni aumenteranno del 3,9%, per poi accelerare nel triennio 2016-2018 toccando un tasso di crescita del 5%. Secondo le previsioni del gruppo assicurativo-finanziario Sace, cha ha aperto oggi un nuovo ufficio a Palermo, potranno beneficiare del trend positivo le imprese siciliane, ben posizionate in diversi comparti di punta dell’export Made in Italy, come le tecnologie industriali e la filiera agroalimentare.

Le vendite estere della Sicilia, nonostante continuino a risentire della performance del settore dei prodotti raffinati, mostrano segnali positivi in comparti tipici del manifatturiero italiano che hanno mostrato tassi di crescita interessanti nell’ultimo anno e che, sottolinea Sace, in prospettiva potranno svolgere un ruolo trainante: l’export di macchinari per l’industria ha registrato un incremento record dell’11,3% nel 2014, mentre quello agroalimentare è cresciuto del 3,8%, spinto soprattutto dalla performance dei distretti (dei pomodori pachino di Ragusa e Siracusa, dell’ortofrutta di Catania, dei vini di Agrigento, Palermo e Trapani), sorti in anni recenti come soluzione alternativa agli effetti della crisi e che solo nel 2013 hanno esportato per più di 200 milioni di euro.

“La crescita – dichiara l’amministratore delegato di SACE, Alessandro Castellano – è una priorità assoluta per l’Italia, e lo è ancor di più per la Sicilia. E l’export è una leva fondamentale per rilanciare l’economia”. La parola chiave è internazionalizzazione: “Da qui punteremo verso i mercati del futuro (Mozambico, Ghana, Senegal e Angola) insieme alle tante aziende siciliane che si stanno affacciando all’estero”.

“La crisi economica – afferma Giuseppe Catanzaro, Vice presidente di Confindustria Sicilia – ha messo ancor più in evidenza la necessità di intercettare ricchezza dai mercati esteri per tornare a dar linfa ai nostri. E l’unico strumento per centrare l’obiettivo è quello di puntare sulla manifattura che, in Sicilia, è il settore che ha sofferto di più”. I dati parlano chiaro: “Dal 2008 ad oggi il manifatturiero ha perso nell’Isola il 26 per cento contro un -2 per cento del settore pubblico. Per questo è necessario reimpostare le politiche industriali a sostegno degli investimenti”.

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