Napoli, 26 mag. (LaPresse) – La Direzione Investigativa Antimafia di Napoli ha dato inizio all’esecuzione di tre decreti di sequestro beni, emessi dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Ce) – Sez. Misure di Prevenzione, nei confronti di Raffaele Donciglio, classe 1967, imprenditore nel settore edile, Antonio Magliulo, classe 1953, già consigliere provinciale Caserta – gruppo Pdl-Forza Italia e Elvira Zagaria, classe 1965, sorella del noto capo casalese, Michele.
I destinatari dei provvedimenti sono stati ritenuti gravemente indiziati di pericolosità in virtù dei rapporti emersi con l’associazione camorristica denominata clan dei casalesi, fazione Zagaria, nel settore della gestione degli appalti all’interno dell’Azienda Ospedaliera ‘S. Anna e S. Sebastiano’ di Caserta. Le indagini, coordinate da questa Procura della Repubblica, ed eseguite dalla D.I.A., hanno consentito di ricostruire l’assetto patrimoniale degli attuali destinatari dei provvedimenti, individuando anche beni fittiziamente intestati a prestanomi.
I beni interessati dai provvedimenti ablativi consistono in quote societarie, fabbricati e terreni aventi sede od ubicati nella province di Caserta e Napoli, nonché diversi beni mobili e rapporti finanziari nella disponibilità diretta ed indiretta dei predetti, per un valore complessivo di oltre 10 milioni di euro.
Lo scorso 21 gennaio venne eseguita un’ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di 10 indagati e degli arresti domiciliari di altri quattordici, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso; corruzione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, abuso d’ufficio, con l’aggravante del metodo mafioso.
Una rete di connivenze e collusioni. L’indagine, supportata da intercettazioni telefoniche ed ambientali audio-video eseguite anche all’interno dell’ dell’Azienda Ospedaliera ‘S. Anna e S. Sebastiano’ di Caserta, è durata più di due anni, ed ha consentito di accertare la piena operatività, all’interno della predetta struttura sanitaria, del clan Zagaria (fazione, operante nel Comune di Casapesenna, del clan dei casalesi) facendo emergere una pervasiva e consolidata rete di connivenze e collusioni venutasi a creare – sotto la regia dei boss della camorra casertana – tra appartenenti al mondo della pubblica amministrazione, della politica e dell’imprenditoria. In questo modo, il sistema degli Zagaria riusciva a controllare e gestire, in regime di assoluto monopolio, gli appalti e gli affidamenti diretti di lavori all’interno dell’Ospedale casertano.
Le infiltrazioni in ospedale. Il sodalizio mafioso, negli ultimi anni, si era infatti gradualmente infiltrato nel tessuto politico-amministrativo della struttura sanitaria casertana, trasformandosi in un complesso apparato in grado di gestire gli affidamenti dei lavori pubblici in assoluta autonomia, potendo contare sul potere derivante dalla preminente matrice mafiosa. In riferimento agli elementi sintomatici della sussistenza dell’organizzazione mafiosa, è stato riscontrato il ruolo centrale svolto da Elvira Zagaria, sorella del noto boss ed ex primula rossa casalese, Michele. A quest’ultima, infatti, a seguito dell’arresto di tutti i membri maschi della famiglia e dopo la morte del marito Francesco Zagaria, negli ultimi due anni era toccato il compito di gestire gli ingenti capitali illeciti derivanti dalle attività delle imprese del clan.
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