Città del Vaticano, 7 mar. (LaPresse) – A dieci anni dalla morte del fondatore, don Luigi Giussani, e in occasione del 60esimo anniversario del Movimento, papa Francesco ha incontrato i gruppi di Comunione e Liberazione. In piazza San Pietro sono arrivati fedeli dadiversi Paesi del mondo. Tra gli ospiti dell’udienza anche rappresentanti di altre confessioni. “Siate liberi – ha detto il Papa in piazza – così centrati in Cristo e nel Vangelo potete essere braccia, mani, piedi, mente e cuore di una chiesa in uscita. La strada della Chiesa è uscire per andare a cercare i lontani nelle periferie e a servire Gesù in ogni persona emarginata, abbandonata, senza fede, delusa dalla Chiesa”. “Uscire – ha proseguito il Papa – significa anche respingere la autoreferenzialità in tutte le sue forme e sapere ascoltare chi non è come noi, imparando da tutti, con umiltà sincera, se si è schiavi dell’autoreferenzialità finiamo per coltivare una spiritualità di etichetta, ‘io sono Cl’, questa è l’etichetta”.

Il Papa ha parlato del rischio di autoreferenzialità: “E poi – ha detto il Pontefice – cadiamo nelle mille trappole che ci offre il compiacimento autoreferenziale, quel guardarci allo specchio che ci porta a disorientarci e a trasformarci in meri ‘impresari’ di una ong”.

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