Milano, 24 gen. (LaPresse) – “Non sono a conoscenza di elementi estranei alla giurisdizione” intervenuti per trovare una soluzione al conflitto tra il procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati e il suo vice Alfredo Robledo. Lo ha assicurato il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Rodolfo Sabelli, a margine dell’inaugurazione dell’anno giudiziario a Milano. Per Sabelli, infatti, “la magistratura non è una corporazione costantemente litigiosa e queste situazioni per quanto clamorose, non costituiscono l’ordinarieta degli uffici giudiziari”. “Gli strumenti di autoregolamentazione (come il Csm, ndr) – ha aggiunto – sono più che sufficienti a gestire queste situazioni”. Ai giornalisti che gli hanno fatto notare che il conflitto tra i due magistrati, iniziato nel marzo scorso, non ha ancora una soluzione, Sabelli ha assicurato che “il tempo trascorso non è autoprotezione della casta” dei magistrati ma riflette “la necessità di un approccio meditato”. “Non è abitudine dell’Anm fare valutazioni sul l’operato del Csm”, ha aggiunto Sabelli che ha preferito non entrare nel merito dello scontro tra Bruti e Robledo. “Ho l’abitudine – ha aggiunto – di non fare illazioni ma di valutare su fatti concreti”. Il presidente della Anm, nel corso dell’incontro con i giornalisti, ha anche ricordato come ci siano degli aspetti da rivedere nella norma allo studio del parlamento sulla responsabilità civile dei magistrati come il filtro dell’inammisibilita e la possibilità di perseguire in sede civile il travisamento delle prove e del fatto da parte del magistrato nell’ambito di un processo penale. “Il principio della responsabiluta civile deve esserci per tutti”, ha detto Sabelli sottolineando che “i magistrati non intendono chiudersi in una forma corporativa”. “Siamo i primi a volere le riforme – ha concluso – ma ci vuole coerenza: agli annunci devono seguire i fatti”.
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