Milano, 21 gen. (LaPresse) – Hanno chiesto risarcimenti per oltre 6 milioni di euro le parti civili che si sono costituite contro la Pirelli nel processo per 24 casi di operai che lavoravano negli stabilimenti milanesi dell’azienda e sono morti o si sono gravemente ammalati per una prolungata esposizione all’amianto. Una ventina di vittime hanno trattato con l’azienda risarcimenti extragiudiziali e hanno ritirato la loro costituzione a parte civile. Le famiglie di due operai deceduti, rimaste nel processo, invece, hanno chiesto rispettivamente risarcimenti per oltre 1,2 milioni e 1,3 milioni di euro. Un operaio che si è ammalato per aver respirato talco contaminato da amianto, utilizzato nella produzione dei pneumatici, ha chiesto invece 100mila euro. L’Inail ha domandato 3 milioni di euro di danni alla Pirelli, l’associazione Medicina Democratica ha chiesto 250mila euro e l’Aiea, associazione italiana esposti amianto, 210mila euro. Regione Lombardia e la Asl di Milano, invece, hanno trovato un accordo con Pirelli al di fuori del processo.

Nella scorsa udienza il pm Maurizio Ascione aveva chiesto di condannare 8 ex dirigenti del gruppo Pirelli, che sedevano in Cda tra gli anni ’70 e ’80, a pene che vanno dai 3 agli 8 anni di carcere per omicidio colposo e lesioni. La condanna più grave è stata chiesta per Ludovico Grandi, ad della Pirelli fino al ’84. Tra gli imputati anche Guido Veronesi, fratello dell’oncologo Umberto Veronesi, per il quale il pm ha chiesto 4 anni di reclusione. Il processo proseguirà il 13 febbraio e la parola passerà alle difese.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata