Napoli, 21 gen. (LaPresse) – La Dia di Napoli ha arrestato questa mattina nelle provincie di Caserta, Napoli e Verona 24 persone, 10 con custodia cautelare in carcere e 14 agli arresti domiciliari, ritenuti responsabili a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, corruzione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, abuso d’ufficio, con l’aggravante del metodo mafioso. L’indagine, durata più di due anni, è stata supportata da intercettazioni telefoniche e ambientali audio-video, eseguite anche all’interno dell’Azienda ospedaliera S. Anna e S. Sebastiano di Caserta. Secondo l’accusa, dalle attività investigative sono emerse la piena operatività all’interno della struttura sanitaria del clan Zagaria, fazione operante a Casapesenna (Caserta) del clan dei Casalesi, e una consolidata rete di connivenze e collusioni venutasi a creare, sotto la regia dei boss della camorra casertana, tra appartenenti al mondo della pubblica amministrazione, della politica e dell’imprenditoria. Attraverso tali rapporti gli Zagaria riuscivano a controllare e gestire, in regime di assoluto monopolio, gli appalti e gli affidamenti diretti di lavori all’interno dell’ospedale casertano.

CENTRALE LA SORELLA DEL BOSS ELVIRA ZAGARIA. Il gruppo criminale negli ultimi anni si sarebbe infatti gradualmente infiltrato nel tessuto politico-amministrativo della struttura sanitaria casertana, arrivando a gestire gli affidamenti dei lavori pubblici in assoluta autonomia. Centrale il ruolo svolto da Elvira Zagaria, sorella del noto boss ed ex primula rossa casalese Michele. A quest’ultima, a seguito dell’arresto di tutti i membri maschi della famiglia e dopo la morte del marito Francesco Zagaria, negli ultimi due anni era toccato il compito di gestire gli ingenti capitali illeciti derivanti dalle attività del clan. Il sodalizio criminale, oggi disarticolato, nasce nel 2006, quando Francesco Zagaria – cognato dell’allora latitante (e, per tale motivo, in quel momento uno dei capi del clan dei casalesi) Michele Zagaria, supportato politicamente dal segretario politico dell’Udeur regionale dell’epoca, succeduto a Nicola Ferraro (arrestato nel 2008 e poi condannato per concorso esterno in associazione mafiosa per aver supportato ‘politicamente’ il clan Schiavone di Casal di Principe) – riuscì a far nominare un suo uomo di fiducia quale dirigente generale del S. Anna e S. Sebastiano, Luigi Annunziata, recentemente scomparso. Da quel momento, secondo l’ordinanza cautelare, Francesco Zagaria assunse il controllo delle assegnazione dei lavori pubblici nell’ospedale, dando vita a un cartello di imprese mafiose ancora oggi operante.

APPOGGIO POLITICO DI COSENTINO. Secondo la ricostruzione condivisa dal gip, con l’implosione dell’Udeur e conseguentemente alla caduta del Governo Prodi nel 2008, gli Zagaria cercarono e trovarono ‘copertura politica’ nel Pdl campano, e più in particolare nel suo allora capo indiscusso Nicola Cosentino, rimasto referente politico del sistema criminale operante nel nosocomio casertano fino al momento del suo arresto, nel marzo 2013. Un sistema sostenuto dalla politica attraverso la nomina di dirigenti compiacenti e che garantiva, a sua volta, un pieno sostegno elettorale al partito che lo sosteneva. Sintomatico sarebbe stato l’appoggio del sistema, registrato nel corso delle intercettazioni, alla fazione cosentiniana del Pdl, contrastata in quel momento dagli ‘scissionisti’ Coronella e Landolfi, al congresso del Pdl svoltosi a Caserta il 6 ottobre 2012 e che sancì la definitiva leadership di Nicola Cosentino all’interno del Pdl campano. Direttamente impegnati nella ‘copertura politica’ dei casalesi sono risultati essere due uomini di Cosentino: il consigliere provinciale di Forza Italia Antonio Magliulo e l’allora consigliere regionale Angelo Polverino, entrambi destinatari di misura cautelare.

BANDI TRUCCATI PER IL CLAN. Intercettazioni, acquisizioni documentali e altre prove sarebbero state ulteriormente rafforzate dalle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia, che hanno minuziosamente descritto negli interrogatori con i magistrati il complesso sistema politico-mafioso-imprenditoriale operante nell’ospedale di Caserta, facendo specifici riferimenti a molti degli indagati. Centro nevralgico delle attività criminali è ritenuto l’ufficio del dirigente dell’Unità operativa complessa di ingegneria ospedaliera, Ing. Bartolomeo Festa, in carica dall’1 gennaio 2006 per volere di Francesco Zagaria. Quest’ultimo, coadiuvato da gran parte degli impiegati del suo ufficio, aveva il compito di truccare i bandi di gara per favorire gli imprenditori del clan, i quali, a loro volta, periodicamente dovevano versare parte dei guadagni così ottenuti agli Zagaria.

SEQUESTRI PER 12 MILIONI. Il gip ha ritenuto sussistere un grave quadro indiziario a carico degli indagati in relazione alla turbata scelta del contraente e in riferimento agli appalti e affidamenti diretti indetti dall’Aorn S. Anna e S. Sebastiano di Caserta per: una gara d’appalto per la tinteggiatura e lavorazioni accessorie del valore di 450.000 euro (ditta favorita: ditta individuale Luigi Iannone), una gara d’appalto per l’affidamento delle manutenzioni degli immobili consistenti in lavori edili e lavori affini del valore di 150.000 euro (ditta favorita: Odeia Srl); una gara d’appalto per l’affidamento del servizio di gestione e manutenzione degli impianti elevatori del valore di 1.189.500 euro (ditta favorita Komè Srl); affidamenti diretti di lavori in mancanza dei necessari requisiti di legge sempre alle medesime ditte dal 2006 a oggi, per un valore totale di oltre 3.000.000 di euro (ditte favorite: ditta individuale Luigi Iannone, ditta individuale Salvatore Cioffi, Odeia Srl, Piccolo, DM Soffitti Sas); l’affidamento diretto della gestione del bar e delle macchine distributrici di bevande e alimenti, con danno erariale stimato per il consumo di forniture pubbliche e l’occupazione del suolo pubblico in oltre 50.000 euro dall’1 gennaio 2010 a oggi (ditte favorite: ditta individuale Mario Palombi e Ivs Italia SpA di Bergamo). Nel corso dell’operazione sono state contestualmente sottoposte a sequestro preventivo le ditte Odeia Srl, R.D. Costruzioni Srl, ditta individuale Luigi Iannone, ditta individuale Salvatore Cioffi. A undici indagati, infine, è stato notificato un decreto di sequestro preventivo che ha riguardato, a vario titolo, 18 immobili, 11 terreni, 1 box auto, 3 auto, diverse quote societarie, per un valore stimato complessivo di oltre 12.000.000 di euro.

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