Di Giuseppe G. Colombo

Roma, 4 gen. (LaPresse) – Il “buon esempio” della rotazione territoriale dei vigili a Roma per prevenire e contrastare la corruzione “ha bisogno” di essere rafforzato e messo a sistema con un intervento dell’Anac o “resterà solo un caso isolato, una rondine che non fa primavera”. A lanciare l’allarme sul rischio ‘isolamento’ delle nuove norme previste dal regolamento dei vigili urbani a Roma è il presidente dell’Istituto italiano anticorruzione, Federico Bergaminelli, in un’intervista esclusiva a LaPresse.

D. Presidente, spostare un vigile da una zona all’altra di Roma dopo un determinato periodo di tempo a cosa serve?

R. “La normativa anticorruzione stabilisce come concetto fondamentale la rotazione del personale dei vigili: è uno strumento indispensabile che può scardinare le possibili prese di posizione di potere in capo a un soggetto”.

D. Meno presenza, minor possibilità di corrompere quindi?

R. “Esattamente così. Con la rotazione si evita che alcuni rapporti, come quello tra un vigile e un ambulante, si trasformino in legami corruttivi”.

D. Promosse, quindi, queste norme?

R. “Promosse, anche perché per la prima volta si introduce il principio della rotazione territoriale”.

D. E questo cosa comporta?

R. “Il contrasto alla corruzione si rafforza perché si interrompe fisicamente la possibilità di mettere in atto comportamenti corruttivi, anche se i limiti a questa norma non mancano”.

D. Quali sono?

R. “Se questa previsione non viene elevata a norma di legge, si potrà applicare solo al contesto dei vigili urbani, ma tutte le altre realtà che non possono autoregolamentarsi per legge, come le Asl, resteranno escluse”.

D. Cosa bisognerebbe fare, allora?

R. “Cantone deve emanare un orientamento dell’Anac perché il principio che sta alla base della rotazione dei vigili a Roma, quello della territorialità, potrà trovare solo in questo modo una sua legittimazione e, di conseguenza, una maggiore applicabilità. Non dimentichiamo che la legge anticorruzione prevede che la rotazione deve avvenire per i dirigenti e per gli incarichi, non in base al principio di territorialità”.

D. Insomma, c’è una sorta di vacatio legis?

R. “Serve un adeguamento: con l’intervento di Cantone le norme previste oggi per i vigili a Roma potranno essere estese a tutte le altre realtà a cui attualmente non si applica questo principio”.

D. Presidente, prima ha parlato di limiti, al plurale.

R. “Sì, perché un’altra falla della rotazione è che questa norma è prevista all’interno del piano anticorruzione del Comune di Roma, che è predisposto da un soggetto che risulta indagato nell’inchiesta di mafia Capitale: un aspetto da non trascurare”.

D. Il 31 gennaio tocca al nuovo piano triennale anticorruzione, quello per il 2015-2017.

R. “Può essere un’ottima occasione da cogliere al volo”.

D. In che senso?

R. “La necessità di un orientamento dell’Anac si fa ancora più forte perché la legittimazione del principio della rotazione territoriale potrebbe poi trovare subito applicazione, a 360 gradi, all’interno della cornice del nuovo piano”.

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