Brindisi, 4 gen. (LaPresse/Reuters) – Gli investigatori e i vigili del fuoco sono saliti per la terza volta a bordo del traghetto Norman Atlantic ormeggiato al porto di Brindisi per cercare di scoprire la causa delle fiamme che hanno ucciso almeno 11 persone. Le squadre di emergenza hanno il compito di verificare se sia possibile accedere alle aree più grandi dei ponti inferiori, dove si teme possano trovarsi altri corpi, ma per ora ciò è stato possibile solo in modo limitato a causa di una grande quantità di fumo e del pericolo di incendi.

I magistrati hanno disposto il sequestro della nave per iniziare le indagini e si stanno concentrando sul recupero dei dati dalla scatola nera, prelevata dal relitto venerdì 2 gennaio. Stefano Scevola, membro dell’equipaggio di uno dei rimorchiatori intervenuti per salvare i passeggeri ha raccontato di avere fatto tutto il possibile per salvare vite umane. “Credo che siamo stati grandi, avremmo voluto fare di più ma abbiamo dato il massimo, 24 ore su 24. Di fronte alla morte di tanta gente ovviamente avremmo voluto poter fare di più”, ha detto.

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