Palermo, 5 dic. (LaPresse) – La procura e i carabinieri di Palermo hanno fatto piena luce su un omicidio datato 13 novembre 2002: quello dell’imprenditore Andrea Cottone, che venne strangolato con una cintura e sciolto nell’acido in un deposito di marmi di Bagheria. I militari hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip Nicola Aiello, nei confronti di Giuseppe Comparetto, di 38 anni, che si trovava comunque già in stato di arresto perché coinvolto nel blitz ‘Reset’ del giugno scorso. L’uomo va ad aggiungersi agli presunti colpevoli dell’omicidio, arrestati il 18 marzo di quest’anno: Ignazio Fontana, 41 anni; Onofrio Morreale, 48 anni; Michele Rubino, 53 anni.
L’indagine è stata coordinata dal procuratore reggente di Palermo, Leonardo Agueci, dall’aggiunto Vittorio Teresi e dai sostituti Francesca Mazzocco e Caterina Malagoli. Secondo la ricostruzione degli inquirenti Cottone, che era ritenuto ‘capodecina’ della famiglia mafiosa di Villabate, sarebbe stato accompagnato in un ristorante-minigolf di Ficarazzi con una scusa, cioè il chiarimento con Morreale in merito ad alcuni furti che si erano verificati in quel comune, alcuni dei quali avevano preso di mira lo stesso Cottone. Da quel giorno si persero le tracce dell’imprenditore e il 27 novembre del 2002, a Termini Imerese, venne trovata la sua auto. I resti del cadavere, secondo quanto ricostruito dai carabinieri e dagli inquirenti, vennero gettati nel mare di Aspra.
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