Milano, 22 nov. (LaPresse) – “Se il costo totale è di una quarantina di milioni stiamo valutando un’ipotesi per limitare i fondi che rimangono sulle Vie d’Acqua e cercare di spostare la parte rimanente” per mettere in sicurezza Seveso e Lambro. A dirlo è il commissario unico di Expo Giuseppe Sala, che a margine della presentazione del padiglione del Quatar, ha rilanciato al proposta avanzata da lui e dal sindaco Giuliano Pisapia per bloccare le piene dei due fiumi. I tempi per questa decisione, ancora da mettere a punto con tutti i soci di Expo, sono brevi, “non più di due settimane”, assicura Sala che sottolinea come l’operazione richieda “l’accordo di tutti i soci, perché i soldi arrivano da loro e sarà anche molto importante il parere della Corte dei Conti”.

In tutto i fondi trasferiti sui progetto di Seveso e Lambro potrebbero essere di più rispetto alla cifra di 8 milioni ipotizzata nei giorni scorsi. Tutto a condizione che “due obiettivi sulle vie d’Acqua Sud siano confermati: il primo è far defluire le acque dal sito in sicurezza non solo per l’evento ma anche per il post Expo, perché l’area rimarrà. Il secondo obiettivo è garantire un flusso alla Darsena per renderla viva e con acqua sicura e su questo si sta lavorando. Se troveremo una soluzione per cui questi due obiettivi saranno garantiti si potrà ragionare per limitare un po la spesa e riversare i fondi sulle problematiche relative al Lambro e al Seveso. Ci stiamo lavorando”.

La realizzazione di Padiglione Italia, ha spiegato ancora Sala, è “sotto controllo”, minimizzando le parole del presidente dell’Anac Raffaele Cantone, per il quale si trattava della priorità. “Il progetto di Padiglione Italia – aggiunge Sala – è molto complesso ed è abbastanza naturale che ci siano degli sviluppi delle problematiche che sono sufficientemente sotto controllo anche se c’è da correre e da verificare il costo ed é quello che stiamo facendo in questi giorni con la dottoressa Bracco”, commissario unico per Padiglione Italia.

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