Roma, 19 nov. (LaPresse) – L’Università Telematica Pegaso lancia la Scuola di Specializzazione in ‘Rigenerazione Urbana ed Ambientale’. Un’iniziativa quella presentata oggi a Palazzo Bonadies a Roma nata con la premessa che lo sviluppo delle città odierne, con i loro problemi di quartieri degradati, aree sottoutilizzate ed edifici abbandonati, è strettamente collegato alla capacità di reinventare l’uso degli spazi, mettendo a sistema interessi e opportunità di natura diversa, ma anche competenze specializzate e diversificate. “La scuola che presentiamo oggi rientra nel percorso di sviluppo che ci siamo posti – dice il presidente dell’Universita Telematica Pegaso, Danilo Iervolino – siamo in una società della conoscenza dove il capitale di colui che sa è più importante di quello finanziario. L’innalzamento culturale va di pari passo con il benessere del territorio. L’unico modo per dare speranza è la circolazione della formazione attraverso un sistema democratico e la nostra scuola è nata per veicolare a tutti la formazione di qualità”.
Iervolino precisa come Pegaso abbia percorsi per tutti: “Dai giovani ai meno giovani ai neofiti e lo faremo attraverso la nostra tecnologia dell’e-learning. I punti di forza saranno la grande concertazione con i territori e gli opinion leader. Sarà una politica inclusiva. Il nostro progetto è l’inchiostro vivo con cui scrivere il futuro dei nostri giovani e del nostro Paese”.
“Non si tratta semplicemente di un corso ma di una vera e propria scuola – gli fa eco il direttore Alessandro Bianchi – Abbiamo quattro corsi, un master di primo livello, a breve uno di secondo ed in cantiere c’è anche una summer school.” La scuola, specifica il direttore “nasce con l’intento di porre la questione della rigenerazione urbana ed ambientale al centro per tutti quelli che posso giocare la partita in un momento in cui stiamo assistendo a fatti drammatici con la natura che si sta ribellando agli uomini che l’hanno oltraggiata”. Bianchi infine sottolinea come “rigenerazione” sia “diversa da riqualificazione. Questa ha avuto un suo ruolo ma non basta. Bisogna intervenire più in profondità. Bisogna creare un rapporto nuovo fra uomo ed ambiente. La rigenerazione deve essere introdotta come un modo di pensare”.
Presente all’evento anche il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti che sottolinea come “se non proviamo a capire oggi come dobbiamo essere dopo la crisi saremo condannati ad essere cittadini di Serie B. Dobbiamo uscire da questa crisi in Italia come in Europa diversi da prima. Perché se usciamo come eravamo prima siamo perdenti sia dal punto di vista economico che da quello etico”. Secondo Galletti “i tre campi fondamentali per il futuro sono formazione, ricerca ed ambiente e si fa bene a portare avanti questa scuola perché chi oggi avrà investito maggiormente nella tutela dell’ambiente avrà maggiori opportunità future”.
Molto attesa e seguita infine la lectio magistralis dell’ex premier Romano Prodi dal titolo ‘Europa nel tempo della confusione globale’, alla quale hanno preso parte in veste di ascoltatori anche 3mila studenti in via telematica così come a tutto l’evento. “In questa situazione di crisi bisogna prendere delle decisioni se no non si fanno salti in avanti – le sue parole – in un periodo di confusione globale e grande cambiamento l’Europa è più passiva che altro anche se è tutt’ora una grande economia ma non fa sentire la sua voce”.
Secondo il professore “quando fu fatto l’euro si pensava al futuro, doveva essere l’inizio di un percorso. Poi è arrivata la crisi ma la crisi europea era già iniziata con la paura data dal mutamento di alcuni rapporti di forza che hanno frastornato i politici europei”. Quindi, per Prodi, “non avendo più coraggio nelle nostre idee non riusciamo a portarle avanti”. “Bisogna dare il segnale di voler affrontare i problemi altrimenti è difficile che sia possibile farsi riamare dai giovani “, è l’affermazione di Prodi sul futuro dell’Europa. La conclusione è tuttavia speranzosa: “Quando si avvicina all’abisso si capisce che il futuro è insieme altrimenti Cina ed Usa ci mangiano in un sol boccone”.
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