Reggio Calabria, 21 ott. (LaPresse) – Tredici ordinanze di custodia cautelare sono state emesse nei confronti di altrettanti imprenditori affiliati alle più importanti cosche della piana di Gioia Tauro, nel reggino. Le misure rientrano nell’operazione denominata ‘Porto franco’, condotta dal comando provinciale della guardia di finanza di Reggio Calabria, che ha portato a disarticolare un’associazione di stampo mafioso composta da imprenditori affiliati alle cosche di ‘Ndrangheta. Oltre alle ordinanze di custodia cautelare sono stati sequestrati 23 società e beni per un valore complessivo di circa 56 milioni di euro e sono state effettuate oltre 50 perquisizioni tra Calabria, Veneto, Lombardia. I reati contestati ai tredici imprenditori sono associazione a delinquere di stampo mafioso, riciclaggio di proventi di illecita provenienza, trasferimento fraudolento di valori, contrabbando di gasolio e di merce contraffatta, frode fiscale, attraverso l’utilizzo ed emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, tutti aggravati dalle modalità mafiose. Le indagini, coordinate dalla procura della Repubblica di Reggio Calabria, Direzione distrettuale antimafia, hanno portato ad accertare l’esistenza di rilevanti infiltrazioni delle cosche di ‘Ndrangheta Pesce e Molè nell’indotto del terziario operante nell’area portuale della piana di Gioia Tauro, con particolare riferimento ai servizi connessi al traffico mercantile generato dallo scalo marittimo.

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