Genova, 11 ott. (LaPresse) – “C’è una direttiva purtroppo non applicata del 27 febbraio 2004 che stabilisce responsabilità e catene di comando. Nel nostro Paese alcune Regioni funzionano in un modo e altre in un altro e questi sono i frutti perversi di una legislazione concorrente che nel 2001 ci ha regalato Protezione civile a geometria variabile”. Lo ha detto il capo della Protezione civile Franco Gabrielli a margine della riunione operativa che si è tenuta questa mattina in Prefettura a Genova. “Nel caso della Liguria – ha detto Gabrielli – la Regione è autonoma sotto il profilo sia della previsione meterologica che della valutazione idrogeologica. Ogni giorno, ovviamente all’esito di una serie di interlocuzioni con le strutture nazionali, Arpal fa una sua previsione meterologica su quanto pioverà, se sarà particolarmente intensa. Una volta stabilita la previsione, la Protezione civile valuta la ricaduta di questa previsione sul territorio”.
“Si può verificare – ha spiegato Gabrielli – il caso che non essendoci una previsione significativa la Protezione civile fa comunque una valutazione di impatto molto critica perché il territorio è già imbevuto, i fiumi sono già in piena, gli argini sono già stressati. Quindi la Protezione civile fa una valutazione di un certo tipo non necessariamente perché pioverà tanto ma perché il quadro è critico”.
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