Palermo, 25 set. (LaPresse) – Beni aziendali e capitali sociali di tre aziende sono stati confiscati dalla Direzione investigativa antimafia alla sorella del boss latitante Matteo Messina Denaro, Anna Patrizia, e al marito, Vincenzo Panicola. Il valore complessivo della confisca è di centinaia di migliaia di euro. Patrizia Messina Denaro e Vincenzo Panicola, entrambi 44ennei, sono entrambi detenuti per associazione mafiosa. Le ditte confiscate sono la ‘Vieffegi service Srl’, la ‘Vieffegi impianti Srl’ e la ‘So.Ro.Pa. costruzioni Sr’, oltre che il compendio aziendale di un’azienda olivicola, di proprietà della sorella del capomafia di Castelvetrano, ad alcune auto e ad alcuni rapporti bancari.

La Vieffegi si occupava del servizio di pulizia all’interno del centro commerciale ‘Belicittà’ di Castelvetrano, appartenente alla holding ‘Gruppo 6Gdo Srl’ dell’imprenditore Giuseppe Grigoli, condannato in primo e secondo grado per concorso in associazione mafiosa e ritenuto prestanome del boss Matteo Messina Denaro. Panicola, figlio del defunto patriarca mafioso Vito, è detenuto perché ritenuto responsabile, insieme ad altri tra cui il cognato Matteo Messina Denaro, Filippo Guttadauro, Leonardo Bonafede e Franco Luppino, di associazione mafiosa quali componenti del mandamento mafioso di Castelvetrano. Anna Patrizia Messina Denaro, ritenuta in contatto con il fratello latitante, per conto del quale smistava i suoi ordini, è stata arrestata dalla Dia nel dicembre del 2013, nel corso dell’operazione antimafia denominata ‘Eden’, con l’accusa di estorsione aggravata dal favoreggiamento di Cosa nostra. La donna è accusata di aver fatto da raccordo tra i mafiosi in carcere e l’esterno.

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