Bari, 24 set. (LaPresse) – Pene comprese tra i 5 anni e 2 mesi e i 3 anni e 4 mesi di reclusione sono quelle irrogate con rito abbreviato, questa mattina dal gup del tribunale di bari Antonio Diella, per i cinque presunti componenti di una cellula del terrorismo islamico internazionale che, secondo l’accusa, avrebbe avuto sede fino al 2010, ad Andria, nel nord barese. Un sesto imputato, attualmente latitante dal 2013, sarà processato dalla corte d’assise di Bari dal prossimo 14 aprile 2015.
La condanna più severa è toccata all’imam tunisino della moschea di Andria, Hosni Hachemi Ben Hassem, detto Abu Haronnè, di 47 anni, presunto capo dell’organizzazione, accusato anche di istigazione all’odio razziale. Gli altri condannati sono i presunti componenti del gruppo, proseliti dell’imam che avrebbero procacciato finanziamenti e documenti falsi e tenuto i contatti con altri membri dell’organizzazione disponibili a compiere azioni terroristiche. Si tratta di Faez Elkhaldey, detto Mohsen, palestinese di 50 anni, Ifauoi Nour, detto Moungi, tunisino di 35 anni, Khairredine Romdhane Ben Chedli, tunisino di 33 anni, Chamari Hamdi, 24enne nato in Sicilia.
Stando alle indagini dei carabinieri del Ros, coordinati dai pm della Procura di Bari Renato Nitti ed Eugenia Pontassuglia, il gruppo terroristico islamico incitava alla jihad e al suicidio, aveva organizzato campi di addestramento militare lungo le pendici dell?Etna e, come emerge dalle intercettazioni, rideva del crollo delle chiese causato dal terremoto dell?Aquila del 2009.
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