Conakry (Guinea), 19 set. (LaPresse/AP) – Il dramma dell’epidemia di ebola sta provocando reazioni incontrollabili da parte della popolazione. In guinea un gruppo di operatori sanitari volontari impegnati in una campagna di informazione sui sintomi della malattia è stato ucciso insieme ad alcuni giornalisti radiofonici che seguivano il loro lavoro, da un gruppo di aggressori armati di sassi e coltelli. Sono otto le vittime. A riferire la notizia è stato il premier della Guinea, Mohamed Said Fofana, in un annuncio alla tv di Stato.
Gli otto corpi senza vita, si legge nella nota del governo, sono stati trovati nella zona di Womey, nel sudest del Paese, dopo che i volontari erano stati rapiti dai residenti della zona. Una delle persone sequestrate è riuscita a scappare. Oggi la polizia ha arrestato sei persone per la strage.
In preda al panico, spiegano le autorità, molti residenti delle zone rurali reagiscono aggressivamente all’arrivo di estranei che partecipano alla campagna di sensibilizzazione, nel timore che questi ultimi portino via qualcuno in ospedale, dove – temono – finirà per morire. Così prendono persino d’assalto le cliniche.
Intanto oggi il primo carico di aiuti militari statunitensi per la lotta contro l’epidemia dell’ebola è arrivato in Liberia. Un aereo militare C-17 ha portato un team di sette militari e alcune attrezzature. Altri soldati e forniture sono attese nei prossimi giorni. Il generale Usa Darryl Williams era arrivato in Liberia martedì e sta tenendo colloqui con funzionari locali.
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