Napoli 11 set. (LaPresse). Una alterazione dei registri dell’attività di ‘compro oro’ per camuffarne la provenienza illecita, consentendo di riciclarne più di due quintali in circa 4 anni, per un valore di circa 5 milioni di euro. Questa l’accusa contestata dalla Procura di Nola ai due amministratori di un gruppo societario attivo tra la provincia napoletana e casertana. I finanzieri della compagnia di Ottaviano hanno eseguito due misure cautelari agli arresti domiciliari nei confronti di Domenico e Luigi Ammirati di Terzigno, padre e figlio. I due sono titolari di tre gioiellerie tra Terzigno e Marcianise. Nel contempo è stato eseguito un provvedimento di sequestro preventivo dell’immobile nel quale è ubicato il centro orafo gestito dagli indagati presso ‘II Tari’ di Marcianise, nonché conti correnti e depositi, quote societarie, autovetture ed ingenti quantità di preziosi e monili d’oro.

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