Città del Vaticano (Vaticano), 1 set. (LaPresse) – “La Chiesa italiana che in questi anni non ha mancato di far sentire la sua voce per educare alla legalità conferma la sua vicinanza e la sua stima per don Luigi in un momento in cui viene fatto oggetto di gratuite intimidazioni e rinnova l’augurio che, sul suo esempio, si trasformino luoghi e situazioni di violenza e di morte in contesti e azioni di vita nuova e di speranza”. Così in una nota la presidenza della Conferenza episcopale italiana. “In tal modo – scrive la Cei -la Chiesa continua a svolgere la sua missione. Infatti come ha detto Papa Francesco lo scorso 21 marzo ‘è una Chiesa che ‘interferisce’, denunciando senza remore l’incompatibilità tra mafie e Vangelo. E che non dimentica che la denuncia seria, attenta, documentata è annuncio di salvezza. Anche a costo della vita’. Come dimostrato dal beato don Puglisi e da don Diana. Insieme a tanti vescovi e preti che per lo più nell’anonimato continuano a lavorare per una società più umana, secondo il Vangelo di Gesù Cristo”.
“Per fedeltà al Vangelo – si legge nella nota – don Luigi Ciotti ha promosso con il Gruppo Abele prima e poi con Libera un percorso di educazione al bene contro ogni forma di ingiustizia e di corruzione. La sua azione coraggiosa e intelligente si è allargata ai tanti volti del degrado e del disagio sociale: dalla lotta alla criminalità organizzata fino alla cura da varie forme di dipendenza (da gioco, da usura). Grazie alla crescente partecipazione di tanti uomini e donne di buona volontà l’illegalità non è stata solo una questione da esibire, ma un impegno da provare. I beni confiscati e il loro riutilizzo sociale sono da questo punto di vista un eloquente esercizio di legalità per riscoprire il senso del bene comune”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata