Nuoro, 26 ago. (LaPresse) – “In Italia si fanno tante docce gelate, ma i soldi raccolti sono una miseria”. È il pensiero di Salvatore Usala, 60 anni e da 10 malato di Sla, a proposito dell’Ice bucket challenge, la campagna a colpi di docce gelate ideata per raccogliere fondi per la ricerca sulla sclerosi laterale amiotrofica. Usala, costretto nel letto della sua casa di Monserrato (Cagliari), è segretario del ‘Comitato 16 novembre’, protagonista di tante battaglie e clamorose proteste di fronte a Papazzo Chigi e alla sede del ministero dell’Economia, proprio per richiedere maggiori risorse a favore della ricerca e dell’assistenza ai malati di patologie invalidanti.
“Sembra strano – scrive sul blog del comitato – parlare di questo tormentone estivo di docce gelate in maniera seria riguardo ad una malattia drammatica come la Sla, in particolare per chi la vive sulla sua pelle. La realtà è che gli ideatori americani hanno ottenuto risultati concreti, 70 milioni di dollari da utilizzare per la ricerca”. In Italia, invece, la situazione sembra diversa. “Il fatto inquietante – afferma il segretario – è che il tormentone ha coinvolto diversi personaggi famosi: sportivi, artisti, imprenditori e politici, molte docce, pochi soldi, appena 40mila euro, una miseria. L’ultimo vip è certamente il presidente del Consiglio Matteo Renzi che ha preso un impegno preciso con la doccia. Personalmente ho fiducia in Renzi, vedremo se manterrà gli impegni nella legge di stabilità, verificheremo se porterà il fondo della non autosufficienza a un miliardo per l’assistenza indiretta, se sarà approvato il piano della disabilità, quanti saranno i fondi per la ricerca”.
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