Reggio Emilia, 21 ago. (LaPresse) – Wine kit con indicazioni false di pregiati vini italiani, diffusi in Italia e soprattutto fuori dai confini nazionali con un giro d’affari sinora accertato di 28 milioni di euro. E’ la frode smascherata dai carabinieri ed effettuata da un’azienda vinicola reggiana, i cui 4 soci sono stati denunciati. Secondo quanto accertato dai carabinieri del nucleo antifrodi di Parma e del reparto operativo di Reggio Emilia, coordinati dal pm reggiano Maria Rita Pantani, la ditta si era specializzata nei kit wine, le confezioni di vino fai da te che da un concentrato di mosto e un mix di sostanze in polvere consente di ottenere decine di litri di vino. Un commercio florido nonostante i tentativi di disinnescarlo da parte dell’Unione europea, dato che spesso nelle scatole sono riportati i nomi di vini pregiati, preferibilmente italiani.

Così era per l’azienda reggiana, che prometteva la presenza di Amarone, Valpolicella, Chianti e altri, fino a 24 uvaggi Dop e Igp. I kit partivano per l’estero, con l’appoggio di una ditta straniera, e trovavano mercato facilmente. L’inchiesta, che si è avvalsa dei controlli da parte dei servizi antifrode dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli e dell’ufficio dogane di Reggio, hanno consentito dopo due anni di indagini di venire a capo del giro.

I reati contestati ai 4 soci sono associazione per delinquere di carattere transnazionale finalizzata alla frode nell’esercizio del commercio, vendita di prodotti industriali con segni mendaci, contraffazione di indicazione geografica, frode alle industrie nazionali. Per due dei denunciati, un reggiano amministratore unico della ditta e una donna (l’unica del gruppo), è stata emessa dal gip di Reggio la misura del divieto di esercitare l’attività per due mesi con rogatoria internazionale. Sequestrato inoltre il mosto contenuto nei kit e le carte della ditta.

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