Pesaro, 18 lug. (LaPresse) – Un uomo è stato arrestato per l’omicidio della moglie, 27 anni dopo dai carabinieri di Pesaro Urbino e di Gela (Caltanissetta). Vincenzo Scudera, 56 anni, è ritenuto responsabile di omicidio premeditato ed aggravato per aver ucciso e sotterrato nell’aprile del 1987 sua moglie Rosaria Palmieri, all’epoca ventiduenne. Scudera è personaggio già noto nel panorama criminale gelese, abituato a delinquere sin da adolescente, ben presto avvicinatosi alla famiglia mafiosa di Riesi all’epoca capeggiata da Pino Cammarata e da Calogero Riggio. Tratto in arresto in quanto sospettato di essere l’autore dell’omicidio di Crocifisso Emmanuello nel 1988 e successivamente assolto anche grazie alle dichiarazioni di Rosario Trubia, già reggente di Cosa nostra gelese ed ora collaboratore di giustizia.

Quando la donna scomparve nessuna denuncia venne presentata dal marito: ai parenti che gli chiedevano notizie, rispondeva che sua moglie era fuggita con un altro uomo.

Pochi giorni dopo la scomparsa, Scudera andò però a convivere con la giovane cugina della donna, dando adito a comprensibili sospetti che non si tradussero però mai in input investigativi, in linea con la tradizionale abitudine alla reticenza che caratterizzava la Sicilia profonda di quegli anni. La riapertura delle indagini è stata innescata da un interessamento del figlio di Palmieri, finalizzato ad ottenere una dichiarazione di morte presunta, necessaria per entrare in possesso dei beni di proprietà della madre. L’interessamento del figlio della scomparsa ha costituito l’occasione per rivisitare una vicenda mai approfondita, dove ben presto ci si è avveduti delle ombre che circondavano l’accaduto. Le indagini, iniziate nel gennaio di quest’anno e durate sei mesi, finalizzate a chiarire la dinamica sottesa alla scomparsa di Rosaria Palmieri si sono sviluppate ricorrendo a metodiche investigative tradizionali e anche di tipo tecnico.

Sono stati ascoltati sulla vicenda tutti i familiari della scomparsa, quelli dell’arrestato e gli amici dell’una e dell’altro; le testimonianze raccolte hanno consentito di delineare un quadro indiziario di assoluta gravità, facendo emergere le numerose incongruenze della versione ufficiale (quella del marito tradito ed abbandonato dalla moglie) che lo Scudera aveva da sempre fornito al figlio e ai familiari più stretti, delineando uno scenario totalmente diverso in base al quale lo Scudera avrebbe ucciso la giovane moglie per costruirsi liberamente una vita con la cugina di lei, considerato, tra l’altro, che quest’ultima era rimasta incinta di un figlio nato nei primi mesi dell’anno successivo alla scomparsa di Rosaria. Accanto a tale quadro informativo sono stati raccolti significativi elementi tramite attività investigative mirate, che hanno confermato quanto emerso nei numerosi interrogatori svolti. Decisive infine le conferme giunte da alcuni collaboratori di giustizia a conoscenza della vicenda. Lo Scudera è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Pesaro a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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