Roma, 18 giu. (LaPresse) – ‘Da Rifugiati a cittadini: storie di ordinaria convivenza’. E’ il titolo di una competizione giornalistica lanciata dall’Unar, Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali della presidenza del Consiglio dei ministri. “Il contest sui rifugiati – spiega il direttore dell’ufficio Marco De Giorgi – che viene lanciato nella conferenza stampa di oggi, serve a sviluppare un’immagine pubblica di difficili esperienze di vita, legate alla richiesta di asilo nel nostro Paese, che dobbiamo far emergere, attraverso modalità di comunicazione attente a restituire ai migranti quella dignità che hanno visto calpestata a causa della violenza e del razzismo”.
“Qualcosa è cambiato rispetto al passato: in questi anni – dice De Giorgi – i nostri media, anche per merito della riflessione che ha portato alla Carta di Roma, hanno avuto la capacità di dare una spinta propulsiva ad una migliore e più corretta immagine dell’immigrazione e della mobilità per motivi umanitari – aggiunge – É stato avviato un processo importante sul versante culturale per combattere quei pregiudizi che sono la prima causa della discriminazione e del razzismo, come ci dicono i dati raccolti dal nostro Ufficio, ma occorre ancora lavorare per una narrazione diversa dei fatti e delle storie reali legate al tema dei rifugiati e richiedenti asilo per destrutturare stereotipi e luoghi comuni”.
“Grazie al supporto – spiega il sottosegretario del ministero dell’Interno, Domenico Manzione – e all’orientamento di una rete sociale e professionale rappresentata dal sistema Spar, radicata sul territorio e frutto di una forte cooperazione tra pubblico e privato racconteremo le storie di tante donne e uomini che, superando la barriera del pregiudizio e mille difficoltà, sono riusciti a ritrovare da noi una identità e un ruolo sociale in una nuova comunità. Iniziare a parlare anche di questo in occasione della Giornata mondiale del rifugiato è un imperativo imprescindibile se si vuole prevenire e combattere la discriminazione e la xenofobia nei confronti di persone che chiedono asilo al nostro Stato perché perseguitate nei Paesi di origine a causa di regimi autoritari”.
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