Ragusa, 1 giu. (LaPresse) – La polizia di Ragusa ha arrestato 5 scafisti tunisini, responsabili di aver portato dalle coste libiche a quelle italiane un peschereccio con 205 migranti, provenienti prevalentemente dall’Eritrea. Ieri mattina la capitaneria di porto ha ricevuto segnalazione dell’avvistamento, da parte di un pattugliatore maltese, di un’imbarcazione con migranti a bordo a circa 29 miglia da Pozzallo. Le motovedette della capitaneria sono intervenute per scortare il natante, che è arrivato a Pozzallo a mezzogiorno.

I migranti, che hanno pagato 1650 dollari per raggiungere la Libia e altrettanto per raggiungere l’Italia, hanno riconosciuto il capitano e l’equipaggio descrivendo il compito svolto da ognuno. Gli investigatori hanno appurato che l’organizzazione, composta da cittadini libici, ha incassato per il solo viaggio verso l’Italia circa 350mila dollari. Il capitano ha raccontato agli inquirenti di essere un pescatore tunisino che ha deciso di arruolarsi tra le fila dell’organizzazione libica perchè il lavoro andava molto male.

Ha inoltre riferito che sulla spiaggia prima della partenza i migranti erano sorvegliati da uomini armati di pistole e fucili mitragliatori. Viste le condizioni del mare e che il sistema satellitare non funzionava, il capitano ha deciso di fare rotta verso la vicina isola di Malta. Uno dei migranti eritrei ha invece raccontato che si trovava in Libia da circa tre settimane, dove era arrivato attraversando il deserto del Sahara. Un viaggio organizzato da personaggi sudanesi ed eritrei costato 1.650 dollari per arrivare fino al confine con la Libia. Lì l’uomo è stato prelevato e portato in un capannone dove c’erano già altri migranti. Dopo circa una settimana di permanenza, costantemente sorvegliati da persone armate che vietavano di uscire e davano pochissimo da mangiare, l’uomo ha dovuto dare altri 1.650 dollari. “Alla nostra partenza – ha raccontato l’eritreo – ci avevano informati che dopo qualche giorno di navigazione saremmo stati soccorsi in mare e poi condotti in Italia, difatti dopo circa 4 giorni di navigazione, precisamente ieri sera siamo stati agganciati da una motovedetta militare”.

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