Torino, 14 mag. (La Presse) – Non ricorda più nulla Laura Carbone, una delle testimoni chiave del processo sull’omicidio del consigliere comunale torinese Alberto Musy, ferito a colpi di arma da fuoco e morto dopo oltre un anno di coma. La 28enne aveva incrociato la mattina del 21 marzo 2012 l’aggressore di Musy mentre camminava nella zona tra piazza Solferino e l’abitazione del consigliere, a Torino. Si era presentata in procura dopo che la squadra mobile aveva fatto diffondere le immagini delle videocamere del centro, in cui si vedeva l’assassino di Musy camminare con un casco integrale in testa e un impermeabile. La ragazza aveva riconosciuto l’uomo e ne aveva riferito agli inquirenti una descrizione. Questa mattina però, davanti alla Corte d’Assise presieduta dal giudice Pietro Capello, la testimone, interrogata dalla difesa dell’imputato, Francesco Furchì, ha detto di non ricordare più nulla dell’incontro.

“Non riesco più a ricordare nel dettaglio – ha dichiarato – forse avevo dato dettagli troppo precisi, ora non ricordo più quella figura”. “Eppure – le ha ricordato l’avvocato difensore Maria Rosa Ferrara – il 19 aprile 2012 lei fornì una descrizione molto precisa. Riferì di un uomo alto un metro e ottanta, di corporatura media, con gli occhi scuri, di carnagione chiara, sui 35 o 40 anni, disse anche che era un bel tipo distinto, senza barba o baffi, con sopracciglia castane, un impermeabile scuro e un’andatura ciondolante ma con passo deciso. Come può essersi presentata spontaneamente per descrivere questa figura in modo così preciso e oggi non ricordare più nulla?”.

Il giudice Pietro Capello a un certo punto ha aggiunto: “Forse la teste oggi ha meno senso civico di qualche tempo fa”. La testimonianza della donna, se avesse confermato oggi, in dibattimento quanto detto in fase di indagine, sarebbe stata importante per la difesa perché la descrizione di un uomo senza barba e baffi non corrisponde alla figura dell’imputato, che all’epoca aveva una barba scura piuttosto folta e i baffi.

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