Roma, 24 apr. (LaPresse) – Ci sarà un nuovo processo d’appello per rideterminare le pene dei sei imputati per l’incendio scoppiato nello stabilimento ThyssenKrupp di Torino nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007 costato la vita a 7 operai. Lo ha stabilito la corte di Cassazione, a sezioni unite penali, che ha deciso di rinviare gli atti alla corte d’assise d’appello di Torino. I giudici supremi hanno confermato la responsabilità degli imputati ma hanno annullato senza rinvio una parte della sentenza di appello che riguarda una circostanza aggravante (l’omissione delle cautele antinfortunistiche seguite da disastro o infortunio). La sentenza d’appello aveva previsto condanne per i sei imputati che andavano dai 7 ai 10 anni di carcere. Le pene erano risultate ridotte rispetto alla sentenza di primo grado in cui 5 imputati erano stati condannati per incendio e omicidio colposo e l’ex amministratore delegato dell’azienda, Harald Espenhahn, era stato condannato per omicidio volontario. La corte d’appello aveva poi ribaltato la sentenza di primo grado prefigurando il reato di omicidio colposo, stessa tesi sostenuta oggi dal procuratore generale della Cassazione, Carlo Destro, che nella sua requisitoria ha chiesto la conferma della sentenza d’appello.

LE PROTESTE DEI FAMILIARI. Urla ‘Vergogna, vergogna’ hanno accompagnato i minuti successivi alla pronuncia della sentenza della corte di Cassazzione, sezioni unite penali, da parte di alcuni parenti della vittime del rogo alla ThyssenKrupp di Torino. Momenti di smarrimento e di concitazione subito dopo la lettura del dispositivo, che non è stato subito compreso dai presenti. “Avete scelto di non decidere in modo che questi vigliacchi non vadano in carcere”, ha inveito una delle parenti delle vittime fuori dall’aula magna del Palazzaccio.

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