Torino, 23 apr. (LaPresse) – Il procuratore Raffaele Guariniello ha chiuso l’inchiesta sulla ‘Stamina fondation’. Sono indagati Davide Vannoni, fondatore e presidente della società, e altre 19 persone. In queste ore i legali stanno ricevendo la notifica dell’atto di chiusura indagine. Tra reati contestati dall’accusa ci sono l’associazione a delinquere aggravate e finalizzata alla truffa e l’esercizio abusivo della professione medica. Vannoni è già indagato dalla porcura di Torino – dal sostituto procuratore Giancarlo Avenati Bassi – per tentata truffa nei confronti della Regione Piemonte. Vannoni avrebbe, secondo accusa, cercato di ottenere nel 2007 finanziamenti dall’ente pubblico per le staminali. L’inchiesta di Guariniello, invece, si è focalizzata proprio sulle sperimentazioni e sulle “cure” che Vannoni e altri hanno somministrato ad alcuni clienti che si erano rivolti a lui dopo aver tentato, senza esito positivo, di curare malattie perlopiù degenerative. All’inchiesta di Guariniello, che coinvolge indagati di tutta Italia, hanno lavorato i Nas di Torino.
LE ACCUSE. Avrebbe costituito con altri indagati un’associazione a delinquere finalizzata alla truffa, fin dal novembre 2006, Davide Vannoni, fondatore della Stamina foundation. Lo si legge nell’atto di chiusura indagini notificato oggi ai legali dei venti indagati coinvolti nell’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Raffaele Guariniello e dai Nas di Torino. Il reato è contestato a Vannoni e ad altri 17 indagati, tra cui il vice dell’associazione Marino Andolina, Gianfranco Merizzi di Medestea, Ermanna Derelli, direttrice sanitaria degli Spedali civili di Brescia e Carlo Tomino, responsabile dell’ufficio sperimentazione clinica dell’Aifa. Sono indagati, si legge nelle carte, “perchè, in un vasto arco di tempo pluriennale protrattosi dal novembre 2006 e ancora oggi pienamente in corso, a mezzo di idonee strutture radicate, e sulla base di mirati programmi attivati sin dall’inizio a Torino, si associavano stabilmente tra loro allo scopo di commettere una serie indeterminata di delitti…promuovendo, costituendo, organizzando l’associazione”.
LA TERAPIA SEGRETA. Per la procura di Torino Vannoni e gli altri indagati sarebbero responsabili anche di un’altra grave violazione del codice deontologico e delle normative che regolano l’attività dei medici: avrebbero fatto si che “Stamina rimanesse una terapia segreta”. Lo si legge nell’atto di chiusura indagine. “A questo scopo – scrive il procuratore Raffaele Guariniello – impedendo o acconsentendo che fosse impedita la diffusione di informazioni circa la natura e l’attivita dei trattamenti effettuati in qualsiasi struttura, anche pubblica, e in qualsiasi sede istituzionale, pretestuosamente vantando brevetti mai ottenuti o proclamando accordi di riservatezza a tutela del patrimonio di conoscenze della Stamina foundation”.
PM : PAZIENTI TRASFORMATI IN CAVIE. Quindi, per i pm torinesi, Vannoni e gli indagati avrebbero operato sui pazienti “senza eseguire o far eseguire i test necessari prima dell’impiego del prodotto sull’uomo, così indebitamente trasformato in cavia”. Il fondatore di Stamina avrebbe agito “in assenza di qualsivoglia pubblicazione scientifica atta adidentificare le caratteristiche del cosiddetto metodo Stamina e a rendere quel metodo consolidatoe riconoscibile” e “somministrando o facendo somministrare ai pazienti preparati senza conoscerne natura, implicazioni, potenzialità, rischi”. Non solo. Ai pazienti sarebbe stata omessa “l’adeguata informazione circa la terapia da somministrare, la natura dei trattamenti e i possibili rischi”.
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