Roma, 18 apr. (LaPresse) – “Nella croce vediamo, quasi fino a toccare con le mani, quanto siamo amati eternamente da Dio, di fronte alla croce ci sentiamo figli e non oggetti o cose”. Rompendo il silenzio scelto per il venerdì santo, papa Francesco ha concluso la via Crucis a Roma. La celebrazione è cominciata al Colosseo e si è snodata lungo i Fori imperiali. Migliaia i fedeli in attesa dal pomeriggio, migliaia le fiaccole accese. Al centro della riflessione di quest’anno ci sono stati i poveri e gli emarginati. Il papa ha deciso di non parlare, se non alla fine, proclamando questo venerdì santo il “giorno del silenzio”. Il santo padre ha seguito la celebrazione da una terrazza allestita sul Palatino. Al suo arrivo è stato accolto dal sindaco di Roma Ignazio Marino.

Negli stessi minuti era in corso a Pisa la via Crucis dedicata a Zakir Hossain, l’uomo che domenica è stato ucciso con un pugno all’uscita dal lavoro da uno sconosciuto che lo ha incrociato per caso. Il vescovo di Pisa, Giovanni Paolo Benotto, si è fermato sul luogo in cui Zakir è stato aggredito.

Sofferenze, marginalità, povertà, situazioni dei carcerati, abbandonati, senza fissa dimora e persone colpite dalla devatstante crisi economica. Questi sono i temi che hanno contrassegnato le meditazioni che hanno per tema ‘il volto di Cristo, il volto dell’uomo’. Le riflessioni sono state scritte da monsignor Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano e presidente della Commissione Cei per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace. E’ stata l’attrice Virna Lisi a leggerle.

Un operaio e un imprenditore hanno portato la croce nella seconda stazione della via Crucis al Colosseo. Corruzione, usura, “ingiustizia posta sulle spalle dei lavoratori” sono stati i temi al centro della meditazione.

In un’intervista a Radio Vaticana mons. Bregantini ha confidato che la stazione a cui è più affezionato è la quarta, “quella della mamma perché vi ho visto la mia mamma, ho visto ogni mamma, ho visto in particolare le mamme accanto ai letti dei figli”. Il monsignore ha poi spiegato: “Ho fatto il prete in carcere e in ospedale. Dall’esperienza in carcere ho imparato che tutti ti possono tradire, ma non la mamma”. “Dedico questa stazione alle mamme che hanno i perso i figli a causa di tumori nella Terra dei fuochi“, ha concluso.

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